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Il Volo sbagliato di Volo con Chomsky

una puntata brutta

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Sono almeno quindici anni  che Fabio Volo scrive lo stesso libro, gira lo stesso film e fa sempre la stessa trasmissione. Sempre le stesse, simpatiche cazzate. Quando l'Italia è nella palta economica, esasperata dalla politica e disillusa dallo Spirito del Tempo, ecco che Fabio Volo, come un fiume carsico, emerge dagli anfratti del quotidiano e col suo cazzeggio quasi poetico ti tira un sorriso. La controindicazione è che questa “magnifica incongruenza della cultura pop” (Aldo Grasso) funzione solo nei momenti di crisi. Ecco perché, finchè mantiene la sua essenza al vapore acqueo, Volo in diretta -Raitre, tre sere a settimana, in terza serata-può fungere da ansiolitico. Però è quando comincia a fare il serio o il colto che Volo sbraca. L'altra sera, per esempio, Volo si è occupato di propaganda, e di come la pubblicità travi le giovani menti. Un tema non esattamente inedito. Però, per approfondirlo andato a Boston, in ricordo dei vecchi tempi quando Mtv lo mandava in America a farsi delle supervacanze a spese della tv;  e, in cinque minuti a Boston, Volo ha intervistato, in uno stanzino tristissimo, il teorico della teoria generativista Noah Chomsky con domande di una banalità micidiale. Chomsky che ci ha messo due libri –La fabbrica del consenso- e quarant'anni per capire e spiegare il tema della propaganda; e, stretto dai tempi televisivi e dal cazzeggio di Volo, ha prodotto inevitabilmente un intervento generico di cui non si sentiva la mancanza.  Ora, Volo da sempre facendo il finto umile non perde mai occasione di ricordare di essere figlio di un panettiere (anche se non specifica che la sua è l'azienda panificatrice più ricca e fighetta di Brescia…), però, nonostante le sue vendite librarie record, ha sempre il complesso della cultura mancante. Quindi, per sopperirvi, ha invitato un altro genio delle cultura, quella Giulia Innocenzi che  ha studiato negli States e che fa la valletta delle notizie da Santoro. Con lei ha letto, sul modello di Fabio Fazio, una lista di citazioni di uomini illustri, quasi tutte vecchie come il cucco, da “chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese” di Kennedy alla teoria della falsificazione delle notizie di Goebbels. Natalino Balasso in camerino era una specie di Beppe Grillo con accento veneto. Se lo share si abbassa, passata la novità, un motivo c'è.  

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