Cerca
Logo
Cerca
+

Salta (per ora) la norma per aiutare le mini popolari

FRANCESCO DE DOMINICIS
FRANCESCO DE DOMINICIS

A Libero dal 2007, è in forza alla redazione di Roma dove si occupa di economia e soprattutto di banche. Il nome di questo blog, Baraonda bancaria, è ripreso dal titolo di un libro scritto nel 1960 da Alberto de' Stefani nel quale l'autore racconta la sua esperienza nel salvataggio del Banco di Roma negli anni 20: è la storia di intrecci politici e gestioni fuori legge. Dopo un secolo, nell'industria finanziaria italiana, non sembra cambiato granché.

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

Sull'intervento c'è una convergenza quasi unanime in Parlamento. Ma per ora la norma che mira ad alzare la soglia degli attivi oltre i quali scatta l'obbligo di trasformazione, per una banca popolare, in società per azioni è stata stoppata in Parlamento. La questione riguarda il tetto agli attivi. La riforma varata a gennaio dello scorso anno dal governo stabilisce che oltre gli 8 miliardi una banca popolare deve diventare spa. L'idea, anche per andare incontro a esigenze riscontrate sul mercato, era spostare quel tetto a 30 miliardi, in linea col livello che – stando ai parametri della Bce – considera un istituto di interesse sistemico. Il paletto della riforma del 2015 sembrerebbe ostacolare alcune fusioni, pure suggerite dalla Banca d'Italia. Siccome parecchie banche popolari sono appena sotto quota 8 miliardi, i matrimoni diventano poco appetibili perché – subito dopo le nozze – bisognerebbe procedere alla trasformazione. Sta di fatto che in Parlamento qualcuno ha pensato che potesse trattarsi di un intervento su misura per Banca Etruria, una delle quattro salvate un anno fa e ancora senza compratore. Di qui il ripensamento e la bocciatura. Forse solo a tempo. 

Dai blog