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Music Quiz, l'ultimo martirio di Amadeus

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Music Quiz Foto: Music Quiz
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A parte l'occhio spiritato e la risata alla Eddie Murphy ogni tre minuti in qualsiasi circostanza (un must, come lo era, un tempo, l'abbronzatura per Carlo Conti) Amedeo Umberto Sebastiani detto Amadeus rimane uno dei migliori conduttori italiani. Come molti delle sua generazione d'acciaio appartiene alla categoria “usato sicuro”. Per dire: nella notte di Capodanno ha offerto una grande prestazione. Il problema di Amadeus è semmai, quello di mettere il professionismo al servizio di insulsaggini che nulla hanno d'umano. Si prenda Music Quiz (Raiuno, venredì prime time), giochino tratto dal format francese Le Grand Blind Test. Un programma dove “in ogni puntata due squadre, ciascuna composta da quattro personaggi famosi (cantanti, attori, comici, protagonisti della tv e del web) fra cui un capitano, prendono parte a vari giochi di carattere musicale”. L'altra sera le due squadre erano formate da Serena Rossi, Montrucchio, Solenghi, Farnesi, Gloria Guida, Conticini, Perego e Lucrezia Lante della Rovere. Attori, showman, gente con una –si presume- infarinatura di cultura generale. Ma mica tanta, poi. Giusto ciò che occorre per non attribuire “Stessa spiaggia stesso mare” a Vianello invece che a Piero Focaccia, o per non dire che “Vengo anch'io” è di Gaber. Eppure, è accaduto anche questo; tra una rubrica in cui bambini indifesi cantavano canzonette senza musica e un'altra in cui si ascoltava un brano rallentato e un altro al contrario, e un altro “col singhiozzo”. E mentre questa roba da villaggio turistico anni 80 si dipanava nella notte incolpevole, ecco Conticini che evocava improbabili trucchi nelle decisioni arbitrali; e Montrucchio che si sgolava e godeva sulla canzone di Francesco Salvi. E Solenghi galleggiava in un solido imbarazzo (trasformato in commozione all'apparire di un vecchio video con Anna Marchesini). Eppoi l' “ospite desiderato”: Orietta Berti che cantava Iglesias e Cocciante. Le domande più difficili erano: “Chi ha scritto la Terra dei Cachi: Skiantos, Pandemonium, Squallor, Elio e le Storie Tese?”. Questo allieta la prima serata Rai. A quel punto nello sguardo di Amadeus, è saettato il terrore; e in me una cristiana compassione. Ho cambiato canale per non assistere al martirio di quell'uomo in fondo vittima del suo dovere. Ignoro chi abbia vinto il “Disco d'oro” finale, ma me ne farò una ragione…

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