Maurizio vs Maurizio . A Dimartedì Battista non vale Crozza
La nuova copertina satirica da Floris
I due Maurizio. Maurizio Crozza e Maurizio Battista sono fenomeni comici diametralmente opposti; entrambi hanno puntellato e puntellano la copertina satirica del pregevole Dimartedì (La7, martedì, prime time) di Giovanni Floris. Battista è titolare, sicuramente, d'un discreto talento; me lo ricordo, senza barba e qualche chilo fa, nel suo esordio su La7 nel 2003 in Assolo, dove si produceva in esilaranti esegesi degli articoli del mensile Focus. Eppure, rispetto a Crozza (di cui non è il naturale sostituto), Battista non possiede una visione globale della politica; sbanda nel banale ed eccede in un romanocentrismo che poco ha a che vedere con le tematiche transgeografiche di Floris. Sulle Olimpiadi Battista dice: «Noi a Roma tutti giorni facciamo le Olimpiadi, ho il pentathlon o il decathlon, il salto del secchione, le buche più alte dei tombini». Sul problema dei lavori pubblici cita «la stazione Farneto a via Flamina, due treni in un tunnel nun ce passeno». Sulla sociopatia degli italiani spara: «Roma si divide in Roma nord e Roma sud c'è gente che parla lingue diverse». Roma caput mundi. E il telespettatore romano si sganascia e applaude. Ma il telespettatore del resto d'Italia, invece, sorride epperò ripensa con nostalgia alle rasoiate ecumeniche di Crozza con politici in studio; e s'incupisce perchè -specie se è un cosacco del nord- certe battute proprio non le capisce. C'è da dire che il resto di Dimartedì (4,90% di share contro il 2,72% di Agorà) è cadenzato in modo da non fare rimpiangere l'inserto di Crozza: un'intervista alla Raggi in «modalità mastino» -direbbe il collega Riccardo Bocca-, un colloquio sincopato e inappuntabile con la Fornero, il solito cotè di quaotidanità delle diete ai tappetini da bagno. Floris rimane il migliore. Battista permettendo...