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Sesso e morte sono Le regole del delitto perfetto in tv

La serie legal-noir sfila su varie piattaforme

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Le regole del delitto perfetto Foto: Le regole del delitto perfetto
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Annalise Keating -nera, prorompente, non piacente, molto stronza- è un avvocato e docente di diritto penale dalla tigna insopportabile. Ogni giorno, nel silenzio plumbeo dell'aula universitaria,  umilia gli studenti stimolandoli alla risoluzione di casi impossibili. Insegna, cioè How to get Away with Murder (titolo originale), ovvero come sfangarla con l'omicidio, ingannare le giurie e screditare i testimoni. Non  esattamente le strategie processuali dell'onestissimo collega Atticus Finch del Buio oltre la siepe, diciamo. La Keating,  ad un tratto, si trova risucchiata nella storiaccia dell'uccisione di una studentessa da parte del proprio marito; il quale marito, peraltro, Annalise stessa cornificava con un detective della polizia tradito a sua volta. Siamo di fronte ad un incrocio, insomma,  fra Lady Macbeth e Perry Mason;  con tanto di torridi aneliti sessuali che, episodio dopo episodio, vibrano tra  psicanalisi e  aule di tribunale. Questa, in soldoni,  è la trama di partenza di Le regole del delitto perfetto (Netflix e, sabato prime time Raidue in replica su Rai4). Le regole del delitto perfetto è, all'apparenza,  un legal thriller complicatissimo. Ogni puntata indaga i personaggi con spietatezza junghiana: c'è lo studente bravo ragazzo che si innamora della tossica; e la studentessa latinamericana che ha una storia con l'assitente di studio barbuto. E c'è  la loro collega prima delle classe che sta col buon partito ricco che scopre gay. E c'è anche l'aspirante avvocato gay che ruba informazioni a colpi di sesso. Qui, peraltro,  il sesso è un must. Lo fanno  tutti, in qualunque momento e posizione, dai poliziotti agli usceri; e uno non sa mai se provare imbrazzo o invidia, ma tant'è... In ogni puntata della serie, accanto alla trama principale, scorre una sottotrama che incastra in preziosi flashback il giallo del giorno (un caso di eredità, un omicidio sessuale, una truffa ospedaliera, ecc..) che  poi riporta al delitto principale che tiene il fiato sospeso in attesa del colpo di scena successivo, che di solito, ribalta quello precedente.  Per seguire il tutto ci vuole molta pazienza e una buona conoscenza del giallo classico. Se ne esce angosciati ma  sadicamente soddisfatti...

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