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Gabanelli lascia la Rai: più tristezza che amarezza

Cosa c'è di sbagliato nella gestione del caso della nostra signore dei reportage

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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La Rai esprime «amarezza» per Milena Gabanelli che dà le sue dimissioni definitive dalla tv di Stato,  dopo aver respinto «l'offerta della Direzione generale di svolgere il prestigioso incarico di condirettore di Rainews24 con la delega allo sviluppo del portale web e insieme di ritonare in video con Report». Milena, col solito incazzoso decoro, comunica le dimissioni «perché le condizioni proposte non permettono di produrre risultati apprezzabili» e si riferisce al sito di 45 persone che con attrae «le forze dei 1600 giornalisti Rai indispendabili per farlo decollare». Sicchè  propone un “piano B”:  una striscia quotidiana di 4 minuti di un fatto raccontato per numeri nel solco di  Enzo Biagi. Il dg Mario Orfeo oppone il suo niet e offre  a nostra signora dei reportage il vecchio programma che ella stessa, sua sponte, aveva lasciato nelle buone mani di Sigfrido Ranucci. Gabanelli non fa un plissè, ma, per coerenza con se stessa, finito il periodo di autosospensione non retribuito, molla tutto, ringrazia e se ne va. Senza sbattere la porta (sebbene incazzatissima). La conclusione di tutta questa soap è che il portale unico di news online Rai non si farà mai. E che, sul mercato dell'audiovisivo, sbarca la prima potenza industriale del giornalismo d'inchiesta. Che, tra, l'altro costa infinitamente meno di Fazio.  Ora, noi non crediamo nell'ipotesi del complotto  evocata dai  Cinque Stelle o  dai detrattori Rai a ritmo continuo. Semplicemente registriamo che perdere Milena Gabanelli significa, per viale Mazzini, perdere un capitale di professionalità e di rigore morale,  che andrà, ancora una volta, alla concorrenza. Non diremo nemmeno che Gabanelli s'è infilata nel tritacarne senza curarsi d'aver lo straccio di un padrino politico. Ma, industrialmente, diamine, la sensazione è più di tristezza che di «amarezza»...

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