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Atlantide, Purgatori contro Kim il coreano

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Atlantide in volo Foto: Atlantide in volo
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Andrea Purgatori, indimenticato inviato del Corriere della sera -nonché camerata Fecchia nella fantasatira Fascisti su Marte- ha sempre brillato per istrionismo e gigionismo. Ora, col barbone e uno sguardo da Capitano Nemo, Purgatori troneggia nella nuova versione di Atlantide, storie di uomini e mondi (La7, mercoledì prime time), programma documentaristico che dal 2002 ho sempre ritenuto moderatamente noioso. Di solito, confeziona con eleganza servizi comprati dall'estero; e ci piazza davanti una bella faccia -di solito donna, la migliore è stata Natasha Lusenti- ad introdurli. La mia opinione sul torpore del programma in sè non è cambiata con gli anni. Però, l'altra sera, nella puntata  Terza guerra mondiale, Purgatori ha regalato due piccoli scoop. Il primo è la presentazione di un F35 «i caccia delle polemiche» , che è servita a far uscire il programma dal radar della noia. Il secondo è un lungo servizio sul «buco nero della vita di Kim Yo Ung il dittatore che ride, l'uomo che appare  come il fortunato vincitore per il miglior posto di lavoro al mondo..». E da lì, con buna narrazione, si svela l'ascesa irresistibile del corpulento dio vivente della Corea del Nord. L'infanzia in un collegio di Berna con i tre fratelli, ufficialmente figli di un fantomatico «Signor Pak» (il padre Kim Jong Il). Il ritorno a Pyongyang dove, alla morte del «caro leader» s'insedia e fa ammazzare lo zio e decapita tutti i vertici dello Stato. La strategia goebblesiana della propaganda popolare con immagini  che vedono Kim ora assaggiatore in una fabbrica di biscotti, ora istruttore di nuoto, ora maestro di parrucchieri, ora testatore di giostre. Il racconto è  intervallato da interviste di chi lo conosceva bene: cuochi, agenti finanziari, presidi, ex capi della Cia, prof di Oxford, l'immancabile Lucio Caracciolo direttore di Limes.  Eppoi i missili «oggi recapitabili in tutto il mondo»;  le ragazze con le tette grosse;  la sorella, signora della macchina della deificazione di un ragazzotto timido trasformato in un tiranno scheggiato di follia. Purgatori, serissimo,  parla di guerre che causano la fuga di «60 milioni di persone». Alcune di loro si sono fermate a vedere Atlantide...    

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