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Ma che ci fa la Iena Golia a Upgrade?

Dubbi sul programma zeppo di sponsor dato a un bel giornalista d'inchiesta...

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Troppo Upgrade Foto: Troppo Upgrade
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Giulio Golia, napoletano, rasato come un marine,eloquio fluviale e simpatia devastante, è uno degli migliori inchiestisti delle Iene. Gli americani direbberro “watchdog”: un cane da guardia della democrazia in grado di fiutare in ogni posizione il malaffare dell'italiano medio. La predisposizione allo scoop di Golia -che viene dai villaggi turistici- fu sublimata in un bel programma dei Italiauno del 2007, non ripagato -ingiustamente- dagli ascolti: Scappati con la cassa, in cui le Iene più tignose,  Golia, Viviani e Pellazza, si divertivano a scovare i truffatori italiani fuggiti all'estero. Servizio pubblico puro, con lieve invidia da parte delle forze dell'ordine. Per i suddetti motivi, ora mi spiazza un po' che uno dei migliori giornalisti investigativi sulla piazza conduca Upgrade (sabato, Italiauno, ore 13.50), uno dei programmi più spudoratamente markettosi sulla piazza. Intendiamoci Upgrade non nasconde la sua mission: «già lanciato in 15 paesi diversi, è un concept innovativo di branded content sviluppato per Unieuro e Samsung in grado di raccontare le features distintive dei prodotti secondo le vere esigenze dei protagonisti», dice la produzione. Con la scusa di un game show portato da Golia nelle case delle famiglie, si mettono in palio elettrodomestici col marchio inquadrato dappertutto, dalle fiancate dei camion alle chiappe dei magazzinieri. Ho visto la puntata in cui una famiglia -madre, nonna e figlia- dovevano rispondere a domande tipo: «Qual è il vero nome di Lady Gaga?»; «Quanti arti ha l'uomo di Vitruvio?»; «Chi ha diretto la Grande Bellezza?», e la madre era angosciata, non tanto di vincere un frigo, quanto di vedersi sigillato il telefonino. Nulla di male. Un tale format, aria autorale fritta, è assolutamente integrato (direi necessario) ad una tv commerciale. Ma non dovrebbe farlo Golia. Golia è  identificato nell'immaginario più con una tv alla Report che con una, pur nobilissima, alla Mastrota. Al di là della professionalità di Goria  (magari non è iscitto all'Albo giornalisti, ma è giornalista vero), si corre il rischio di mescolare i piani inchiesta/ intrattenimento. Forse un po'  troppo. Una Iena di seconda fascia era più adatta...  

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