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Gerry Greco e la tv fatta radio

Ecco che fine ha fatto l'ex conduttore di Agorà...

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

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Il diretur dalla tv alla radio Foto: Il diretur dalla tv alla radio
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Tra un pensiero funesto e l'altro - chi non vincerà le elezioni, le tasse da pagare, mio figlio piccolo che prende a craniate la maestra- mi chiedevo, così, che fine avesse fatto Gerardo - Gerry- Greco. Uno dice: che pensieri del cacchio, ad ore antelucane. Vero. Ma dopo la sparizione dalle mattine dell'Agorà di Raitre, l'idea che Greco, già pregiato corrispondente Rai dagli States per 12 anni, si fosse volatilizzato alimentava la mia curiosità malata. Facevo la suddetta riflessione proprio mentre, su Radio Uno (e in radiovisione) nel programma Tre di cuori Claudio Sabelli Fioretti, Adriano Panatta e Nicoletta Simeone evocavano lo stesso Greco prendendone mozziconi di frasi (“Io questi tre li caccio”) e prendendolo amabilmente per i fondelli. E lì m'è sovvenuto che l'esilarante Posta del cuore in modulazione di frequenza l'aveva portata proprio Greco, il quale, nel frattempo è scomparso dal radar della tv per finire, da direttore del Giornale Radio e di Radio 1, in quello della radio. Radio 1, anche vista non solo ascoltata, ha una programmazione variegata da palinsesto tv. La mattina, per esempio, Giorgio Zanchini, con la ruvida voce anglosassone sviscera la politica su Radio anch'io rimanendo calmo come Churchill sotto i bombardamenti (celebre la sua calma in una colluttazione verbale con Renato Brunetta). Massimo Cerofolini con la trasmissione sulle tecnologie Eta Beta racconta le start up come se raccontasse fiabe ai figli. Vito Cioce e Marcella Sullo in Plot Machine s'avvitano in acrobazie mentali per trovare gli incipit perfetti per i lettori. Emanuela Falcetti si nutre allegramente di cronaca nera, mentre quelli di Mangiafuoco della nera fanno un romanzo. E sulla satira invincibile di Un Giorno da pecora della coppia Geppy Cucciari-Giorgio Lauro e sulla loro capacità di accendere le polveri dell'ironia sotto il Palazzo, be', ci si potrebbe fare un trattato. Ora, Radio 1 cresce (il quarto d'ora medio di ascolto dell'8,42% sul trimestre precedente, 322mila ascoltatori vs 297mila), e lo share è al 5,1%, mai così alto da due anni a questa parte. Cioè, da quando è arrivato il televisivo Greco. Che non ho ancora capito se ha avuto una botta di culo, o se è davvero bravo anche in radio…

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