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La vendetta su Trump: cosa gli succede appena tocca i voti afro dei Democratici

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Non appena Trump ha osato toccare il “tesoretto” di voti afro-americani che i democratici custodiscono gelosamente e danno sempre per garantiti, ecco riemergere l'accusa al nominato repubblicano di essere un “nazista”. Un tizio di nome David Duke, ex rappresentante in Nord Carolina del KKK, all'insaputa di Trump, sei mesi fa aveva detto che avrebbe votato per lui. Non appena la notizia era diventata di dominio pubblico, Donald respinse lo scomodo endorsement ma quel ritardo di 48 ore nel farlo e' bastato a bollarlo per sempre. Quindi, mentre Trump dice cose concrete in appoggio ai neri sulla base dei fatti, la propaganda di Hillary si affida alla calunnia. I fatti, che cita Trump sono i seguenti: nelle citta' e nei distretti scolastici dominati per decenni dai Democratici le famiglie dei neri e degli ispanici sono a migliaia nelle liste d'attesa per entrare nelle “charter schools”, le scuole pubbliche sponsorizzate da sponsor esterni generosi e illuminati che le gestiscono con criteri da scuola privata, assumendo presidi e insegnanti sul mercato al di fuori del controllo dei sindacati dei maestri, che sono le organizzazioni legate al partito Democratico e pensano piu' ai benefit e al posto di lavoro intoccabile degli insegnanti con la tessera che non alla educazione degli alunni. Sono fatti, dimostrati dal miglior rendimento dei ragazzi neri delle charter schools, ma Hillary li seppellisce perche' e' ovviamente schierata con la Union dei maestri, la prima che le diede l'endorsement. Trump, che come tutto il GOP e' a favore delle charter schools, sarebbe il “razzista”. Ma purtroppo non c'e' solo la scuola come tema davvero serio e bruciante, a proposito di razza, in questa campagna. Quando Trump ricorda che decenni di amministrazioni Democratiche nelle citta' a forte percentuale di presenza di neri (Baltimora, Detroit, Chicago tra le altre) hanno prodotto un trend inarrestabile di degrado sociale, criminalita', e morti nei ghetti riporta statistiche inoppugnabili. Il caso nazionale emblematico e' quello di Chicago, dagli Anni 30 governata dal partito Democratico (con sindaci e maggioranze bulgare nel consiglio comunale). E' la terza metropoli negli Usa per abitanti, ed e' anche la citta' dove ha operato Obama come “attivista sociale” per avviare la sua carriera politica tra i DEM. Nel 2015 c'erano stati 490 omicidi, per la quasi totalita' di neri uccisi da neri nelle guerre fra bande, ma anche con decine di vittime tra i passanti colti nei regolamenti di conti a colpi di revolverate per strada. Qualche giorno fa le statistiche ufficiali avevano registrato gia' 483 omicidi, ed e' quindi sicuro che a giorni, cioe' in otto mesi, si raggiungera' il livello di vittime dei 12 mesi dell'anno scorso. Nel weekend una cugina della star del basket Dwyane Wade, Nykea Aldridge, 32 anni, madre di 4 figli, e' stata colpita da un colpo d'arma da fuoco per strada e uccisa, vittima non prevista da killer che si stavano sparando tra di loro, mentre lei portava una carrozzella con l'ultima figlia di 3 settimane. L'episodio di sangue e' avvenuto in pieno giorno, alle 3.30 del pomeriggio di venerdi', mentre la mamma stava andando alla Dulles School of Excellent (una charter school, a proposito) per iscrivere i suoi figli piu' grandi. “Mia cugina e' stata uccisa oggi a Chicago”, ha twittato il campione dei Bull, Wade, nativo di Chicago. “Un altro atto di violenza armata senza senso. 4 figli hanno perso la mamma per NESSUN MOTIVO. Irreale. #EnoughisEnough.” (#Abbastanzae'abbastanza”.) Trump, che aveva lanciato l'appello ai neri di considerare la sua candidatura per tentare un reale cambiamento nelle loro condizioni disastrate qualche giorno fa, ed era stato attaccato, chissa' perche', per razzismo, ha twittato a sua volta: “La cugina di Dwyane Wade e' stata uccisa con un colpo di pistola mentre portava sua figlia in carrozzella a Chicago. Ecco quello di cui stavo parlando. Gli afro-americani VOTERANNO TRUMP !”. Il suo tweet ha avuto circa 9milla retweet in poche ore e quasi 26mila likes. Donald ha un modo brusco e poco efficace di comunicare anche quando ha validi argomenti e manca di stile convenzionale nel denunciare le cose che non vanno e nel proporsi come l'alternativa politica per sistemarle. Chissa' se gli americani, neri o di altre razze, gli daranno la chance di dimostrare le sue capacita'. Certo ha da scalare la montagna dei media, tutti contro di lui. Mentre il tizio del KKK David Duke e' diventato un nome famigliare ed e' l'arma usata ancora oggi dai DEM per demonizzare Trump di nazismo e razzismo, nessuno ricorda, o parla piu', di quell'altro tizio del KKK, Will Quigg, il Gran Dragone dell'organizzazione suprematista in California, che in marzo disse a un giornalista del Telegraph “Hillary e' la nostra candidata”. Quigg e' stato sepolto, mai usato dalla stampa per imbastire una propaganda negativa contro “Hillary amata dal KKK”. E neppure la campagna di Trump lo ha fatto. Non e' serio associare le sparate “a favore” di personaggi squalificati per sminuire un candidato, ma e' inutile sperare nella par condicio nell'uso delle calunnie. Donald ha portato invece alla luce lo scandalo vero dei DEM che peggiorano le vite dei neri con le loro politiche, e gli avversari lo stanno facendo passare per razzista, oltre che per David Duke, anche perche' difende le charter schools e vuole law & order nei ghetti. Ci vuol un bel fegato, ma questo e' lo standard della propaganda di Hillary e dei suoi amici della stampa globale. Glauco Maggi

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