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Ci sono sempre meno poveri nel mondo, ma i ricchi sono sempre sporchi e cattivi

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Il paradosso dell'ineguaglianza, cosi' come e' presentata dalla sinistra dei media e dalla intellighenzia elitaria “stile Davos”, ha raggiunto un'altra vetta dell'assurdo. Invece di citare le statistiche ufficiali della Banca Mondiale che aggiornano periodicamente la significativa diminuzione del numero dei poveri del mondo che vivono con meno di due dollari al giorno, ossia un parametro concreto perche' riguarda le reali condizioni di vita degli ultimi del mondo, la Oxfam, organizzazione che si definisce “antipoverta'” e che e' , di fatto, un ente politico costituito da una federazione di ONG (organizzazioni non governative) con un programma supernazionale anticapitalistico, ha pubblicato una statistica ridicola. Dice la Banca Mondiale che, nel 1981, il 44% della popolazione del mondo viveva con meno di 1,9 dollari al giorno; nel 2015 la percentuale in una simile estrema poverta' e' scesa al 9,6% della popolazione. In numeri assoluti, nel 1981 quelli che NON vivevano in estrema poverta' erano 2,5 miliardi, contro i 2 miliardi che vivevano in estrema poverta'; nel 2015, coloro che NON vivevano in estrema poverta' erano 6,6 miliardi, contro i 750 milioni che erano ancora in estrema poverta'.   Di che cosa parlano, invece, alla Oxfam? Invece di celebrare l'ovvio progresso del trend anti poverta', che dovrebbe essere la loro missione, giocano a fare i “Picketty”. Per avere il massimo impatto mediatico su Tv e giornali mainstream, che si arrapano solo a sentire il termine “ineguaglianza”, hanno pubblicato sul loro sito la seguente statistica alla vigilia del convegno di Davos, il comitato centrale del partito dei Ceo e dei capi di stato che difendono il globalismo ma hanno (o fingono) il senso di colpa verso i sudditi: “Otto uomini posseggono la stessa ricchezza che e' in mano ai 3,6 miliardi di persone che costituiscono la meta' piu' povera dell'umanita'”. Oxfam ha usato la lista dei miliardari di Forbes, pubblicata nel marzo 2016, per corroborare la “scoperta”: primo e' Bill Gates, che vale 75 miliardi di dollari, seguito da Amancio Ortega, spagnolo fondatore della casa di moda Inditex, dal finanziare USA Warren Buffett, dal businessman messicano Carlos Slim (grande azionista del New York Times), da Jeff Bezos di Amazon (padrone del Washington Post), dal creatore di Facebook Mark Zuckerberg, dal fondatore della azienda di software Oracle Larry Ellison e da Mike Bloomberg (che ha appoggiato la Clinton lo scorso novembre). Il lavoro di assistenza dei funzionari pagati e dei volontari della Oxfam realizzato nelle regioni piu' disperate della terra, che siano colpite da calamita' naturale eccezionali oppure che siano il “normale”  terreno del disastroso sottosviluppo provocato da malgoverni corrotti e dispotici, non e' diverso da quello delle varie Croci rosse e delle altre Fondazioni caritatevoli, o dei tanti programmi di cooperazione per lo sviluppo stanziati dai governi (capitalisti & democratici) – Usa e Ue in testa. Cio' che distingue la Oxfam e' di avere un programma politico in piena regola. “E' ora per un cambiamento fondamentale nel modo in cui trattiamo le nostre economie affinche' esse operino per tutta la gente, e non solo per i fortunati”, scrivono nel comunicato. “La rabbia pubblica verso la ineguaglianza ha gia' creato un'ondata di shock nel mondo, come si e' visto di recente con l'elezione di Donald Trump qui negli USA e con la Brexit in Gran Bretagna”. Il comunicato con la bizzarra statistica si chiude con una serie di punti politici, dedicati solo agli USA perche' sarebbero duri da proporre per i senzatetto dei deserti africani. E' un programma-fotocopia dei proclami socialisti di Bernie Sanders, e di tutti i sinistri che se la spassano in Occidente al riparo dai regimi comunisti: eliminare i paradisi fiscali esteri, alzare la paga oraria minima, assicurare stipendi uguali per uguali lavori, “investire” ancora di piu' nel welfare e garantire a tutti assistenza sanitaria e educazione gratuita. Difficile scegliere da dove cominciare per il commento generale, tanti sono gli spunti comici. Come non notare che tutti e otto i Paperoni menzionati, protagonisti della somma ingiustizia sociale, sono liberal e sono stati sostenitori di Obama prima e di Hillary ora ? E che dire dei votanti che scatenano la loro rabbia contro la diseguaglianza eleggendo il miliardario Trump, epitome del concetto? E quanto all'attacco a Trump con argomenti che sono propri del bagaglio populistico della sinistra socialcomunista, come distinguere il populismo marxiano buono da quello trumpiano cattivo? Infine, una nota seria. Se fossero ricercatori sociali onesti e non “professionisti della correttezza politica” a proprio vantaggio aziendale, alla Oxfam avrebbero scoperto che, sulla terra, ci sono paradisi da additare come traguardo del loro sogno anti-diseguaglianza: Cuba e la Corea del Nord, solo per stare dove si e' preservata la filosofia del “tutti uguali” nella sua forma piu' rigorosa. Ossia tutti poveri, e senza alcuna liberta'. Tantomeno quella di poter criticare le due cricche rosse al potere: loro si' che sono simboli della piu' odiosa ricchezza personale a dispetto della miseria inflitta ai loro popoli. Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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