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Trump a picco nei sondaggi?Dipende da quale sondaggio...

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Secondo gli ultimi due sondaggi, Trump continua ad essere “sott'acqua”, con la maggioranza degli americani che non approvano il suo operato finora. Per NBC/Wall Street Journal il 54% lo disapprova contro il 40% che lo approva. Per ABC/Washington Post gli sfavorevoli sono il 53%, e i favorevoli il 42%. Eppure, queste cifre meno che lusinghiere non significano che l'elettorato sia gia' in preda al “pentimento del compratore”. Indicano semmai che gli americani si aspettavano di piu' da Donald, anche coloro che non lo avevano votato, ma che se domani fosse ancora l'8 novembre 2016 manderebbero sempre il miliardario di New York alla Casa Bianca. Se c'e' un personaggio sicuramente meno amato di Trump, sulla scena politica americana, il suo nome e' Hillary Clinton. Per il sondaggio ABC/Washington Post, infatti, l'attuale presidente non sarebbe solo rieletto, ma conquisterebbe la maggioranza popolare che non aveva avuto 5 mesi e mezzo fa contro la ex First Lady. Di tutti quelli che votarono il repubblicano in novembre, il 96% gli resta fedele, con soltanto il 2% che si e' dichiarato pentito del voto. Dei votanti di Hillary, la percentuale che la rivoterebbe oggi e' scesa all'85%, con una defezione ben maggiore del 15%. Lo slittamento della popolarita' di Trump, che era gia' partito sotto il 50%, e' da attribuire alle nette sconfitte subite in due partite che hanno avuto la massima rilevanza pubblica negativa, come era doveroso: i due ordini esecutivi sul blocco agli ingressi negli USA dei cittadini di sei paesi islamici, e il ritiro dal voto alla Camera della legge che doveva cancellare e rimpiazzare Obamacare. E' vero che i collegi scelti dai procuratori Democratici degli Stati che hanno avviato le cause erano notoriamente nei Circuiti piu' liberal, ma e' stata pur sempre colpa del governo aver emesso ordini aggredibili per sospetta incostituzionalita' . Quanto a Obamacare, l'autogol e' stato ancora piu' clamoroso: la maggioranza dei repubblicani alla Camera, pur notevole numericamente, non ha garantito l'approvazione del testo dello Speaker Paul Ryan, avendo perso sulle ali i falchi che volevano la totale abolizione di Obamacare e le colombe favorevoli a conservarne alcune parti. Le mosse di politica estera e militare di Trump (Siria, Afghanistan) sono state apprezzate dalla maggioranza della gente comune (il 60%), e anche della classe politica bipartisan, ma non hanno evitato gli scivoloni, nei due sondaggi citati, rispetto alle percentuali di febbraio. Ora il gap tra i favorevoli e i contrari per NBC/Wall Street Journal e' di 14 punti, due mesi fa era di 4 punti. La settimana scorsa avevamo riportato il sondaggio Rasmussen, che dava a Trump il 50% dei favorevoli, specificando che era lo stesso sondaggista che aveva previsto la sua buona affermazione lo scorso 8 novembre. Ho ricontrollato il suo aggiornamento ad oggi, 24 aprile, per verificare se aveva registrato il cedimento emerso da WSJ e WashPost. Al contrario, per Rasmussen la percentuale pro trump e' ora il 51%, e contro Trump il 49%. Ed anche la direzione in cui gli americani vedono andare il paese registra un miglioramento dal giorno del voto: allora il 32% diceva che gli USA andavano nella direzione giusta, e il 60% in quella sbagliata, ora il 42% dice che l'America va nella direzione giusta, e il 52% in quella sbagliata. E' un miglioramento di 10 punti dell'ottimismo, ed e' dovuto al giudizio complessivo sul nuovo presidente e su quello che fa. A chi credere, tra i sondaggisti non in sintonia, e' questione sempre aperta. Tanto piu' aperta dopo il fiasco generale delle previsioni per le ultime elezioni. di Glauco Maggi

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