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Donald Trump gode, l'economia Usa corre: tutti i dati che lo dimostrano. E adesso...

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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L'economia americana sta accelerando, e Trump se la gode. Il berrettino "Make America Great Again" non e' piu' uno slogan da irridere, ma un programma che comincia a dare qualche frutto. Per essere pienamente credibile il boom dovra' durare per anni, ma i primi segnali sono positivi. A invertire la tendenza potrebbe pero' esserci il fallimento legislativo dei repubblicani nel rimpiazzare Obamacare e, soprattutto, nel riformare il sistema fiscale con un serio taglio delle tasse sui redditi individuali e sui profitti aziendali. Ma intanto, secondo il ministero del lavoro, in giugno sono stati creati 220mila posti, sorprendendo gli economisti che avevano previsto una crescita di 174mila. Il tasso di disoccupazione e' salito di un decimo di punto al 4,4%, ma e' il segnale che ci sono molti piu' americani che hanno la fiducia di trovare un impiego, e quindi entrano nelle statistiche alzando il rapporto tra i senza lavoro e quelli effettivamente occupati. A conferma del trend positivo, dopo che il numero assoluto di americani impiegati era gia' aumentato nei tre mesi di febbraio, marzo e aprile, anche il mese scorso ha marcato un altro record, portando il totale a 153.168.000 addetti. Il ministero del Lavoro ha anche corretto all'insu' le stime dei due mesi precedenti, portando i posti di lavoro creati in aprile da 174mila a 207 mila, e in maggio da 138mila e 152mila. La media mensile di crescita degli ultimi trimestri e' stata di 194mila addetti. In parallelo con la tendenza positiva sul fronte occupazionale, il primo semestre di Trump registra altre buone notizie. Un rapporto governativo del 3 luglio aveva annunciato che il settore manifatturiero USA era cresciuto alla velocita' piu' veloce degli ultimi 3 anni in giugno, aggiungendo 1000 nuovi occupati ai 12 milioni del totale: in assoluto e' una cifra molto bassa, ma ha indicato lo stop al declino e ha spinto Trump a fare un tweet di celebrazione: "Veramente grandi numeri sui lavori e l'economia. Le cose cominciano a marciare adesso, e siamo solo all'inizio". La Borsa americana e' in modalita' "toro" dall'8 novembre, il giorno delle elezioni, con il Dow Jones e gli altri indici che hanno superato records su records negli ultimi mesi. Il Dow, da inizio anno, e' salito del 7,6% e molti analisti si chiedono se le azioni americane non stiano entrando in zona pericolosa, pre Bolla. Intanto, pero', Trump ha ragione a vantarsi di aver fatto tanta gente ricca, perche' la capitalizzazione di Borsa e' aumentata di migliaia di miliardi dall'8 novembre. "Io non ho guadagnato nulla ma va bene cosi'. Sono contento per chi e' piu' ricco di prima", ha detto. Se le Borse sono un soggetto noto perche' obbligatoriamente trattato dalla cronaca finanziaria quotidiana, c'e' un altro comparto d'importanza fondamentale per l'economia i cui progressi non vengono adeguatamente raccontati: l'energia. Il motivo della reticenza e' ovvio. Gli Usa hanno di fatto raggiunto l'indipendenza energetica grazie agli imprenditori che per estrarre petrolio e gas naturale praticano il fracking, una tecnica osteggiata dai verdi e da Obama. Nel 2017 gli USA si avviano a produrre 10 milioni di barili al giorno e a superare l'Arabia Saudita come produttore di petrolio. Grazie al fracking di gas naturale, che e' piu' pulito, l'America negli ultimi 10 anni ha avuto un calo del 12% nelle emissioni di carbonio, un risultato migliore dell'Europa. Sul piano economico, il beneficio per i consumatori e gli imprenditori e' tangibile: con il crollo del prezzo del gallone da 100 dollari ai 50 attuali, le famiglie risparmiano in media 1000 dollari all'anno in benzina, e le aziende possono incrementare le produzioni ad alto consumo energetico (plastica, alluminio e altri metalli) a costi molto piu' convenienti. di Glauco Maggi

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