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Donald Trump fa volare l'economia Usa: Obama già più che raddoppiato

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Nel secondo trimestre l'economia USA e' cresciuta del 3%, il nuovo dato che il ministero del Commercio ha corretto all'insu' dalla prima stima di un mese fa che dava il PIL in aumento del 2,6%. E' il passo di sviluppo piu' spedito da due anni, e supera di ben 3 decimi la previsione del 2,7% che avevano fatto gli economisti. Nel primo trimestre, quello del passaggio di testimone tra Obama e Trump alla Casa Bianca, il PIL era aumentato solo dell'1,2%. Le vendite al dettaglio e le spese per investimenti delle imprese, da fine giugno in poi, sembrano indicare che l'economia sta mantenendo un buon ritmo anche nel terzo trimestre (luglio-agosto-settembre), ma e' difficile anticipare quale impatto avra' sulla crescita l'uragano Harvey che sta paralizzando importanti aree del Texas e della Louisiana. “Gli effetti sull'economia nazionale nel trimestre in corso saranno minori”, ha detto Gus Faucher, capo economista della PNC Financial Services di Pittsburgh. “Mentre si perdera' qualche produzione come immediata conseguenza della tempesta, il grosso della differenza si realizzera' nei mesi a venire”.  Per ora le stime sul terzo trimestre arrivano a ipotizzare una crescita del PIL del 3,4%, che avvicinerebbe a tempo di record l'obiettivo di medio-lungo termine del 4% promesso da Trump in campagna elettorale, e che era stato ridicolizzato dagli “esperti” come irrealistico. Il presidente, in particolare, ha indicato per il 2017 un traguardo di crescita del 3%, che appare ancora una chimera visto che nel primo semestre, da gennaio a giugno, la media dei due trimestri e' del 2,1%. Mercoledi' 30 agosto l'ADP National Employment Report ha rivelato che le aziende private hanno aggiunto nel mese appena chiuso 237mila nuovi posti, dato in crescita dai 201mila di luglio. Oggi 1 settembre esce il dato nazionale governativo sull'occupazione in generale, sia pubblica sia privata, e si vedra' se le rose di Donald stanno davvero iniziando a fiorire.  Il presidente, intanto, ha scelto la sua prossima battaglia legislativa, dopo il fiasco della abolizione e del rimpiazzo di Obamacare: spingere il Congresso, che riprendera' i lavori la settimana prossima, a varare la riforma fiscale entro l'anno. Lo ha fatto con un combattivo discorso durante un rally in Missouri, in cui ha detto che spera “di non essere deluso dal Parlamento”. Con le politiche di deregolamentazione e di rinnovo delle infrastrutture, i tagli ai tributi sono infatti l'architrave dell'impegno di Trump per “fare ancora grande l'America”.  Che il paese abbia bisogno urgente di una revisione dei codici delle imposte, allo scopo di alleggerire la pressione fiscale su imprese e individui, e' dimostrato dai livelli di tassazione schizzati all'insu' negli anni di Obama. Gli americani hanno speso in media piu' soldi in tasse nel 2016 di quanto hanno sborsato per cibo e vestiario, combinati. Le cifre sono dell'Ufficio delle Statistiche del ministero del Lavoro, secondo cui nei tre anni dal 2013 al 2016 l'ammontare delle tasse a carico degli americani e' aumentato del 41,13%. La spesa per le tasse per le “unita' di consumatori” (definizione ministeriale che comprende le famiglie, gli individui finanziariamente indipendenti e la gente che vive in una singola abitazione dividendo le spese) e' salita infatti da 7423 dollari nel 2013 a 10489 dollari nel 2016.  Nel 2016, in dettaglio, le “unita' di consumatori” hanno speso in media 10,489 dollari in tasse federali, statali e municipali, contro i 9006 dollari spesi per mangiare (7203 dollari) e per vestirsi (1803). di Glauco Maggi

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