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George W. Bush rompe il silenzio dell'epoca obamiana. Cos'ha detto di Trump

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Quando ho letto la notizia del discorso che l'ex presidente George W. Bush ha tenuto a New York, la sera del 19 ottobre, ad un convegno sulla democrazia e la sicurezza sponsorizzato dall'Istituto culturale da lui fondato, il mio primo pensiero e' stato: “Bush deve proprio avercela a morte con Trump: non ha mai fatto interventi pubblici negli 8 anni di Obama, e adesso si mette a parlare di politica corrente criticando un presidente repubblicano…. Lo fara' per vendetta contro l'umiliante sconfitta che Trump ha inflitto al fratello Jeb….”. C'e' del vero in questo, ovviamente, ma non e' tutto. “George W. Bush: il fanatismo imperante sembra essere incoraggiato negli USA”, ha enfatizzato The Hill, sito di politica di Washington, secondo cui il presidente ha messo in allarme gli americani affinche' rigettino “il suprematismo bianco”. E ancora: “La nostra politica sembra piu' vulnerabile alle teorie cospiratorie e alle pure e semplici invenzioni”, e c'e' il pericolo di una “nuova era di minacce cibernetiche”, in riferimento alla Russia che con i suoi hacker – ma anche con gli spot comprati da Facebook - ha cercato di condizionare il voto americano nel 2016 . Dalle frasi messe in evidenza dal sito liberal, e rimbalzate sui giornaloni USA e internazionali, esce insomma la conferma di un Bush sempre iscritto al partito dei Never Trump, come e' noto da quando lui e Bush Padre dissero che non avrebbero votato The Donald. La vera notizia e' che George W. sia sceso in campo, rompendo il silenzio politico dopo gli anni obamiani che lui ha dedicato alla pittura, e alla costruzione della Biblioteca presidenziale in Texas. Ma a The Hill che ha chiesto, a fine convegno, se Bush intendesse mettere Trump alla berlina, pur senza nominarlo, il portavoce Freddy Ford ha risposto che “era un discorso pianificato da tempo sulla liberta' e democrazia come parte della ‘Bush Institute's Human Freedom Initiative'. I temi di cui Bush ha parlato oggi sono in verita' gli stessi temi di cui ha parlato negli ultimi due decenni”. L'ex presidente ha offerto un esplicito supporto per la globalizzazione e per i trattati commerciali, che oggi sono sotto aspra denuncia sia dalla destra trumpiana sia dalla sinistra DEM, da Bernie Sanders alla Hillary ai sindacati. Ha criticato i rischi di proliferazione nucleare e della crescente presenza di regimi fuorilegge sulla scienza globale. Esplicitamente, pero', ha pure lamentato “che l'intensita' del sostegno alla democrazia stessa si sia indebilita, specialmente tra i giovani, che non hanno mai sperimentato la chiarezza morale galvanizzante della Guerra Fredda, o che non si sono mai focalizzati sulla rovina di intere nazioni a causa delle pianificazioni centrali socialiste”. E' una condanna del social-comunismo che e' identica a quella fatta da Trump all'ONU il mese scorso, quando ha detto che il problema del socialismo (lui parlava del Venezuela disastrato) non e' di essere stato male applicato, ma anzi di essere stato applicato alla perfezione. La stampa mainstream ha preferito pero' sottolineare solo il “suprematismo bianco” e il “fanatismo intollerante”, appiccicandoli a Trump. Anche se il presidente USA li ha condannati pure lui senza mezzi termini dopo l'incidente di Charlottesville in cui un simpatizzante dei “bianchi suprematisti” ha ucciso una militante di sinistra “anti-confederata”. Trump aveva pero', contemporaneamente, condannato l'estremismo anarchico e filocomunista dei radicali violenti di Black Lives Matter e degli Antifa, e cio' lo ha fatto passare per razzista e filo suprematista bianco dai media sempre faziosi contro di lui. Anche nel discorso di Bush, come si e' visto, c'e' la parallela denuncia del male di destra e del male di sinistra, ma la “chiarezza morale galvanizzante della Guerra Fredda “, e la “rovina di intere nazioni a causa delle pianificazioni socialiste”, non se le sono filate nessuno. Perche' essere obiettivi nel riferire una notizia, o un discorso, quando si possono usare selettivamente solo le frasi che servono per crocifiggere Trump? Ma si sa. I presidenti del GOP diventano sempre “buoni” quando muoiono (Reagan), o sono via dalla Casa Bianca da abbastanza tempo (i due Bush). E per la causa DEM di oggi, anche un Bush citato faziosamente, e censurato ad hoc, serve per criticare Trump come “suprematista bianco” senza imbarazzare Sanders e gli altri “pianificatori socialisti” che hanno preso in mano il partito Democratico. di Glauco Maggi

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