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Donald Trump, vola l'occupazione: il miracolo economico del presidente

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Altra  vittoria di Trump nell'economia reale. Il rapporto del Ministero del Lavoro relativo a maggio ha indicato che sono stati creati 223 mila posti di lavoro, mentre gli economisti interpellati dalla Thomson Reuters ne attendevano 188mila, e il tasso di disoccupazione e' sceso al 3,8% (3,755% per essere pignoli) dal 3,9% di un mese fa, mentre gli economisti si aspettavano ancora il 3,9%. Sono stati anche corretti all'insu' i dati dei mesi precedenti, il che ha portato la media degli ultimi tre mesi a un livello mensile superiore a quello medio dell'intero 2017. Se il trend del lavoro si conferma nella seconda meta' dell'anno, il 3% della crescita del PIL diventa un traguardo possibile, smentendo i profeti di sventura. Larry Summers, l'economista della Casa Bianca di Obama, aveva detto che le previsioni di Trump di una crescita tra il 3 e il 4% erano un miraggio, e che sarebbe stata irraggiungibile, perche' “oggi viviamo in una stagnazione secolare”. Il Nobel Paul Krugman, sul New York Times, aveva scritto che e' piu' probabile che avremmo visto le auto volare, sotto Trump, piuttosto che il PIL al 3% o 4%. Invece, in aprile,  la Federal Reserve di Atlanta ha elevato la sua proiezione al 4%, e poi l'ha addirittura corretta di qualche decimo di punto in piu'. A beneficiare del “vento di Trump” sono – ovviamente - anche le categorie di cittadini su cui i “DEM della Resistenza” puntano per vincere nelle elezioni di medio termine del prossimo novembre. Il tasso di senza lavoro tra le donne e' al 3,6%, che non si vedeva da decenni, e quello degli afro-americani e' a un nuovo minimo da quando si rilevano ufficialmente i dati (1972): in aprile era gia' stato registrato il record del 6,6%, e in maggio e' ulteriormente sceso al 5,9%. Anche la categoria degli americani che hanno solo il diploma della scuola superiore e' in grande miglioramento, con un 3,9% che eguaglia il livello di 17 anni fa. E' calato pure il tasso (cosiddetto U6) di disoccupazione che aggiunge ai senza lavoro coloro che hanno smesso di cercare un posto perche' scoraggiati e coloro che hanno un impiego part-time, non per scelta, e che vorrebbero un lavoro a tempo pieno: in aprile l' U6 era al 7,8%, in maggio e' diminuito al 7,6%. Riducendosi il bacino dei senza impiego, cominciano ad alzarsi gli stipendi, cresciuti il mese scorso dello 0,3% su base mensile (contro lo 0,2% atteso dagli economisti), e del 2,7% su base annua. I posti di lavoro sono in aumento in tutti i comparti: + 31mila impiegati nelle aziende di vendita al dettaglio; +29mila nella sanita'; +18 mila nella manifattura (che portano il totale dei recenti 12 mesi a +259mila); +25mila lavoratori delle costruzioni (che portano il totale dei recenti 12 mesi a +286mila). Dal punto piu' basso, registrato nell'ottobre 2016 (il mese prima dell'elezione di Trump), il settore minerario e' cresciuto di 91mila unita', compresi i 6mila addetti creati nel mese scorso. Erano 18 anni che l'economia non produceva un risultato occupazionale cosi' significativo e soddisfacente. Chi disprezza Trump, e sono tantissimi anche in Italia, dovrebbe prendere atto che la sua amministrazione sta macinando il progresso economico che era stato promesso. Funziona la ricetta repubblicana, applicata dal presidente all'America per “farla diventare grande ancora”, fatta di tagli delle tasse alle aziende e alle famiglie, e di massiccia eliminazione delle regolamentazioni governative che impacciano il sistema economico e ingrassano la burocrazia. Glauco Maggi

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