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Uno squarcio di speranza

La onlus Progetto Itaca colma le lacune del sistema sanitario e aiuta chi è colpito da psicopatologie

PAOLO BIANCHI
PAOLO BIANCHI

Paolo Bianchi è nato a Biella nel 1964. Ha pubblicato "Avere trent'anni e vivere con la mamma" (Bietti, 1997), "Uomini addosso" (ES, 1999), "Il mio principe azzurro" (ES, 2001, con Igor Sibaldi), "La repubblica delle marchette" (Stampa alternativa 2004, con Sabrina Giannini), "La cura dei sogni" (Salani, 2006), "Per sempre vostro" (Salani, 2009), "Inchiostro antipatico. Manuale di dissuasione dalla scrittura creativa (Bietti, 2012). Ha scritto per riviste e quotidiani, fra questi ultimi "Il Foglio". "Il Giornale" e, dal marzo 2010, "Libero". Lavora anche come traduttore letterario.

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Un sollievo per la mente Foto: Un sollievo per la mente
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      Progetto Itaca è un'associazione onlus nata nel 1999 per sopperire a una lacuna. In Italia non ci sono molte alternative se qualcuno ha in casa un famigliare affetto da disturbi psichici. Il sistema sanitario pubblico è efficiente in alcuni casi, soprattutto nel Norditalia, del tutto assente in altri. Nel frattempo i disturbi della salute mentale sembrano moltiplicarsi. Chi non conosce o non ha mai conosciuto persone affette da depressione, attacchi di panico, fobie invalidanti, disturbi bipolari, disturbi alimentari, e così via. Fino ad arrivare alle psicosi e alla schizofrenia, malattie gravissime, che non possono essere guarite, ma curate sì. Si tratta di psicopatologie della modernità, legate anche allo stress e a una vita, la nostra, fatta di continue aspettative, di obiettivi da raggiungere in modo competitivo, di umiliazione se questo non avviene, e di paura. Qualche dato sulla base di indagini recenti: in Europa il 43 per cento dei giorni di malattia sul lavoro è causato da disturbi di ansia e depressione. L'età più colpita è compresa fra i 45 e i 54 anni. Le donne presentano un rischio maggiore di sviluppare stati di stress correlati al lavoro. Gli effetti economici dello stress da lavoro ammontano a miliardi di euro In Italia, come nel resto del mondo occidentale, il consumo di psicofarmaci è andato aumentando in modo massiccio negli ultimi decenni. Dai primi farmaci antidepressivi, come il litio, si è passati a molecole sempre più specifiche ed efficaci, a farmaci diffusissimi come il Prozac e lo Zoloft (solo per citarne due, ma le molecole che costituiscono i principi attivi sono decine, con relative quote di mercato gigantesche. Ciononostante, andare dallo psichiatra è ancora considerata un'attività vergognosa, se non infamante, il che è dovuto a un pregiudizio, lo “stigma”, che avvolge le relazioni sociali in una rete di segretezza. Uno degli scopi principali di Progetto Itaca (che ora è anche una Fondazione, all'interno della quale ha preso vita, come punto di partenza, il Club Itaca, dedicato al sostegno dei soggetti più problematici, affetti da psicosi e schizofrenia) è quello di informare le persone. Informare significa da una parte prevenire le malattie, dall'altra comunicare il principio per cui la condivisione aiuta a superare la paura e il disagio. Ecco perché sono nati i gruppi di autoaiuto, circoli ristretti coordinati da due facilitatori, in cui ognuno è messo nelle condizioni di manifestare agli altri il proprio disagio, incontrandosi ogni settimana per circa un paio d'ore, per ascoltare e aprirsi al mondo, e soprattutto per scambiarsi esperienze. Progetto Itaca non potrebbe esistere senza una forza sottostante di volontari, centinaia in tutta Italia, a partire dalla sede principale di Milano, e via via nelle altre dieci sedi già presenti sul territorio nazionale: Asti, Genova, Padova, Parma, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, Catanzaro, Lecce, mentre altre sedi sono prossime all'apertura, per esempio a Como e a Bologna. Solo la sede milanese conta 140 volontari. Qualche altro numero: solo nel 2016 un progetto di prevenzione ramificato nelle scuole d'Italia ha raggiunto 3.500 studenti, mentre in un decennio è stato possibile stipulare 200 contratti avviati da Club Itaca, in un progetto di inserimento sociale attraverso un'attività lavorativa, il che è stato reso possibile grazie all'intervento di 70 aziende partner. Modello di riferimento è Clubhouse International, un movimento nato negli Stati Uniti e diffusosi in tutto il mondo, che punta a sostenere le persone disagiate e le loro famiglie: Progetto Itaca è inoltre partner di NAMI (National Association of Mental Illness) organizzazione statunitense che segue milioni di americani affetti da malattia mentale. A parte quelli già citati, i progetti dell'associazione comprendono consulenze gratuite per orientare i soggetti interessati verso un percorso di cura, a partire dai suoi bisogni (che spesso sono inconfessati per paura). Poi ci sono i corsi di formazione per volontari, la formazione per i famigliari e quella Peer-to-peer, Pari a Pari, per aiutare chi soffre a convivere con la malattia. Esiste poi una linea d'ascolto costantemente presidiata, all'800.274.274 o 02-29007166 a cui ci si può rivolgere anche per via telematica: [email protected]. Per altre informazioni si può consultare il sito www.progettoitaca.org, o rivolgersi alla sede di Milano di via Volta 7/a. Ci sono poi le innumerevoli manifestazioni pubbliche che hanno il duplice scopo di far conoscere l'associazione e di raccogliere fondi (nel solo 2014 le donazioni da privati sono state di 138.000 euro). Fra queste c'è l'evento annuale Tutti matti per il riso, nelle principali piazze italiane, ci sono concerti, gite, presentazioni di libri e tutto quello che può attirare l'attenzione pubblica verso un problema per la verità molto diffuso e sentito ma, come già accennato, troppo spesso nascosto. Segretario generale di progetto Itaca è la fondatrice, Ughetta Radice Fossati Orlando, l'attuale coordinatrice generale Elena Moresi Porta. Un'organizzazione dunque che non chiede soldi agli assistiti, non offre cure psichiatriche o psicoterapie, ma sa indirizzare chiunque le si rivolga verso una possibile soluzione dei suoi problemi. Lo slogan, “Per la mente, con il cuore”, ne sintetizza i principi.

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