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"Il pediatra che non si trova mai"

E per fortuna li chiamano pediatri di fiducia

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Odio il mio “pediatra di famiglia” e di conseguenza tendo a diffidare dell'intera categoria. Dicono i signori pediatri “non toglieteci la cura dei bimbi sopra i sei anni, un medico che cura vecchiette e signore in menopausa  non potrà prestare a un bimbo la cura e le attenzioni che gli dedichiamo noi”. Non dicono i signori pediatri che trovare alcuni di loro è difficile se non impossibile. Non dicono i signori pediatri che vedere e riuscire a far visitare un figlio ad alcuni di loro è un'impresa che al confronto vincere al Lotto è uno scherzo da ragazzi. Tanto per cominciare devi destreggiarti tra gli unici tre giorni di reperibilità della settimana che ti offrono e mai, dico mai, coincidono con quelli in cui tu hai un attimo di tempo. All'interno di queste generose  parentesi poi devi localizzare la fascia oraria in cui ti è data facoltà di lasciare una servilissima richiesta di aiuto e cure mediche a un'anonima segreteria telefonica. Ho detto segreteria telefonica perché parlare col diretto interessato suona un tantino blasfemo dalle sue parti. Intanto tua figlia tossisce e smoccola dal naso che neanche la fontana di Trevi. Non importa. Ingoi lo sgarbo della procedura e lasci il tuo bravo messaggino in segretaria pregando che qualcuno ti richiami al più presto. Presto non è mai perché telefoni alle otto del mattino e il pediatra  ti richiama alle sei e mezza sette. Ora in cui è impossibile pensare di precipitarsi fuori di casa e portare il bambino nel suo  studio. Ora in cui trovare una farmacia fornita di ogni diavoleria è un'impresa altrettanto titanica. Non importa. Ingoi lo sgarbo numero due e aspetti che il professorone ti illumini a dovere. “Buonasera e grazie per  aver richiamato, sono la mamma di Viola, ricorda? la bimbetta di due anni, abitiamo in via… “ e giù a descriverli tutta la tua vita pensando che si ricordi di te. “Quanto ha detto che ha sua figlia?”. “Due anni e mezzo e  ha la tosse, il naso che cola da giorni, le farebbe una visita di controllo?” . “Ma no, signora, se non c'è febbre francamente non c'è nessun bisogno di vederla. Si metta tranquilla e le faccia l'areosol con questa medicina, semmai e dico semmai, ci possiamo sentire settimana prossima”. Ma come? Non vede mia figlia da settembre e mi dice non la porti qui. Non vede mia figlia da settembre (e mia figlia ha tosse, raffreddore e solo due anni e mezzo) e le ordina una medicina al telefono? Chiudo il telefono e  chiamo la pediatra privata. Sul cellulare e non a una segreteria telefonica. Le parlo e non devo lasciare un messaggio su un registratore qualunque. Lei ovviamente si rende disponibile e mi offre una visita a domicilio nel giro di dodici ore. L'operazione mi costa cento euro netti. Un salasso, ma  stavolta purtroppo ne vale la pena. E non venitemi a dire che i pazienti sono centinaia e “i pediatri di famiglia” o “di libera scelta” come li chiamano le asl pochi. E non venitemi a dire che sono carichi fin qui di  lavoro e  non possono mica soddisfare tutte le richieste. Molti forse sono sinceramente oberati, gli altri (anche se minoranza) dovrebbero sinceramente cambiare mestiere.

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