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Cosa scriveva Giulio dall'EgittoL'ultimo articolo del giovane ucciso

Lucia Esposito
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"Il Manifesto", ignorando la richiesta della famiglia di Giulio Regeni, il giovane ricercatore 28enne trovato morto in condizioni misteriose al Cairo, ha ripubblicato oggi in prima pagina l'ultimo articolo inviato all'inizio di gennaio, scrive in un fondo Tommaso di Francesco, dal ragazzo, sulla "seconda vita dei sindacati indipendenti" nell'Egitto di al Sisi. Articolo che originariamente il giovane aveva chiesto fosse pubblicato sotto pseudonimo, per proteggere lui e un altro ragazzo che si trova ancora al Cairo, e che il Manifesto, spiega, ha"«deciso di offrire (oggi) come testimonianza, con il suo vero nome, adesso che quella cautela è stata tragicamente superata dai fatti". Nell'editoriale che accompagna il testo, Di Francesco spiega che Regeni "temeva per la sua incolumità". Ecco alcuni passaggi del suo ultimo articolo pubblicato oggi da Il Manifesto:  "Sisi ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del paese mentre l' Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono. Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano. Sebbene la sala più grande del Centro abbia un centinaio di posti a sedere, la sera dell'incontro non riusciva a contenere il numero di attiviste e attivisti sindacali giunti da tutto l'Egitto per un'assemblea che ha dello straordinario nel contesto attuale del paese. L'occasione è una circolare del consiglio dei ministri che raccomanda una stretta collaborazione tra il governo e il sindacato ufficiale Etuf (unica formazione ammessa fino al 2008), con il fine esplicito di contrastare il ruolo dei sindacati indipendenti e marginalizzarli tra i lavoratori. Sebbene oggi Ctuws non sia rappresentativo della complessa costellazione del sindacalismo indipendente egiziano, il suo appello è stato raccolto, forse anche inaspettatamente, da un numero molto significativo di sindacati".

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