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I 9 morti italiani di Dacca: i nomi, i volti e le storie

Giulio Bucchi
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Cinque donne e cinque uomini, tre friulani. Chi imprenditore, chi manager, chi aveva scelto di vivere e lavorare in Bangladesh. Sono noti i nomi e i volti dei 10 italiani massacrati dai terroristi jihadisti nell'assalto al ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, dove sono morti in tutti 20 ostaggi stranieri. I nomi e le storie - Cristian Rossi, 47 anni da Feletto Umberto (Udine), era a cena nella saletta privata del locale con altri amici. Doveva tornare in Italia giovedì, aveva telefonato per avvisare della cena. Da qualche tempo si era messo in proprio con la Fibres Srl, società di consulenza e intermediazione nel settore dell'abbigliamento, e si muoveva tra Bangladesh e Cina. Era padre di due gemelline di 3 anni. Con lui c'era il collega Marco Tondat, imprenditore nel settore tessile di Corvado (Pordenone). Lavorava per la Studio Tex Limited, aveva una bambina di 6 anni. Anche Nadia Benedetti lavorava nel settore tessile, managing director della Studio Tex Limited. Era originaria di Viterbo e a confermare la sua morte è stata la nipote, con un commovente post su Facebook: "Un branco di bestie ce l'ha portata via. Aveva vissuto in Italia, Kenya, Bangladesh e non si era mai fermata. Neanche nei momenti più difficili. NON DIMENTICATE, non lasciate che si perda il suo ricordo, non dimenticate cosa è successo, non permettete a questi pazzi di commettere altre stragi, non lasciate che vincano loro. Adele Puglisi, di Catania, era imprenditrice nel campo dell'abbigliamento e sarebbe dovuta tornare a casa sabato mattina, poche ore dopo la carneficina. La torinese Claudia D'Antona era invece managing director della Fedo Trading Ltd, azienda italiana del tessile operante in Bangladesh. A loro si aggiungono Simona Monti, 33enne di Magliano Sabina, che da tempo viveva a Dacca e lavorava proprio nel locale, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli e Claudio Cappelli.

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