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Etan Patz, condannato Pedro Hernandez per la scomparsa e la morte del bimbo scomparso a New York nel 1979

Andrea Tempestini
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Forse qualcuno di voi ricorderà la vicenda del piccolo Etan, sparito nel nulla a New York il 25 maggio 1979, quando aveva sei anni. Trentotto anni e due processi dopo i genitori, Stan Patz e la moglie Julie, trovano un briciolo di giustizia. Loro figlio era scomparso mentre stava raggiungendo la fermata del bus per andare a scuola, un bus che non ha mai preso: ora, una giuria ha dichiarato il 56enne Pedro Hernandez colpevole di rapimento e omicidio. Resta però il mistero sul corpo del bimbo, mai ritrovato. Hernandez fu arrestato nel 2012 dopo una soffiata alla polizia. Nel 1979 l'uomo aveva soltanto 18 anni e lavorava in un negozio vicino alla casa di Etan, a Soho. In un interrogatorio rivelò di averlo attirato nel locale offrendogli una bibita, per poi soffocarlo, rinchiudere il cadavere in un sacco prima e in una scatola poi, scatola buttata tra i rifiuti. Il corpo, però, come detto non è mai stato trovato. Al verdetto, dunque, si è arrivati soltanto sulla base della confessione dell'uomo, un soggetto complesso, schizofrenico e afflitto da allucinazioni. La difesa di Hernandez, infatti, ha cercato di affermare che l'uomo non sapesse distinguere tra realtà e finzione: il sospetto, dunque, è che Hernandez abbia inventato l'uccisione del piccolo Etan. Tanto che nel 2015 nel primo processo Hernandez si salvò, poiché i giurati non riuscirono ad arrivare a un verdetto univoco. In questo secondo processo, però, le parole di Hernandez sono state ritenute realistiche. La confessione, inoltre, è stata confermata da alcuni parenti chiamati a testimoniare in aula. Dunque giustizia, forse, è fatta.

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