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Melania batte Donald Trump in popolarità

Eliana Giusto
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Non si può certo chiamare slancio quello che ha accompagnato i primi 100 giorni di Melania Trump da First Lady: fatica a incarnare il nuovo ruolo e, all'interno del clan Trump la terza moglie del presidente americano è una rimarchevole eccezione. Non si è neppure trasferita a Washington: dal giorno dell'Inaugurazione, Melania continua a vivere nell'attico da cento milioni di dollari alla Trump Tower, a Manhattan, insieme al figlio Barron. Lo accompagna a scuola, pranza con lui; e non c'è alcuna traccia che voglia trasferirsi quando, come dicono alla Casa Bianca, il ragazzino avrà finito l'anno scolastico. Ne pagano le spese i newyorkesi, che per la sicurezza della First Lady e del figlio sborsano tra i 127mila e i 146mila dollari al giorno. In ogni caso Melania continua a registrare tassi di popolarità che il marito si sogna (è sopra di 16 punti, secondo una delle ultime rilevazioni). Per la Casa Bianca Melania ha fatto poco o nulla: ha organizzato la Cena dei Governatori a Pennssylvania Avenue, ha accompagnato Rania di Giordania a visitare una scuola pubblica femminile. Diversi week-end a Palm Beach, in Florida: in uno ha accolto, insieme al marito, nella residenza di Mar-a-Lago, il presidente cinese Xi Jinping, e la moglie. La sua evidente mancanza di interesse per il ruolo di First Lady è dimostrato anche dal disinteresse a portare avanti un qualche tipo di progetto. La pagina web della Casa Bianca che le è riservata sostiene che è dedita alle cause in linea con la sua missione femminista, e il desiderio di aiutare donne e bambini; ma finora non si è visto nulla. Dopo la debacle alla Convention repubblicana (quando aveva letto un discorso, copiato, in buona parte da uno di Michelle), aveva promesso che si sarebbe dedicata a contrastare il cyber-bullismo. "Ma finora non ha fatto nulla se non tutelare se stessa", è il giudizio di uno stratega politico vicino al Gop, Cheri Jacobus. In effetti, ha ottenuto scuse e pagamento danni dal tabloid britannico Daily Mail per la bufala in cui si affermava che aveva fatto la escort quando, negli anni '90, faceva la modella a New York. 

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