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Bossetti, il dramma nel dramma: mamma, gemella e moglie Marita separate, il grande gelo in tribunale

Giulio Bucchi
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Nell'udienza show del processo d'appello a Brescia contro Massimo Bossetti, l'hanno notato in pochi: finora l'unica vittima accertata di questa terrificante vicenda è la piccola Yara Gambirasio, ammazzata in modo brutale a 13 anni, ma anche l'unico accusato (e condannato in primo grado all'ergastolo), l'operaio di Mapello, sta vivendo un dramma privato. Le donne della sua famiglia sono divise, separate. La mamma Ester Arzuffi e la gemella Laura Letizia da una parte, la moglie Marita Comi dall'altra. Non c'è fronte comune, tutte lottano per dimostrare l'innocenza di Bossetti ma da separate in casa. La dimostrazione plastica l'hanno fornita proprio ieri a Brescia. Come racconta Il Giorno, le tre donne sono arrivate separatamente in tribunale, in aula sia pur distanti pochi metri non si sono scambiati né sguardi né gesti né tantomeno parole. Nessun segno di affetto o di alleanza. Ester e Laura Letizia sono arrivate per prime insieme all'avvocato Benedetto Maria Bonomo e un operatore di un'agenzia di security bergamasca. Marita arriva invece insieme al consulente della difesa Ezio Denti e alla cognata Nadia, moglie del fratello Agostino. Tutte e tre le donne di Bossetti sono vestite in maniera sobria ma elegante, Ester "fresca di permanente", nota Il Giorno. Mamma e gemella sono sedute distanti, più indietro, mentre Marita è più vicina a Bossetti, con cui scambia un affettuoso saluto con le mani. Ester, riporta il quotidiano, "fa un gesto come a dire Dopo parliamo più tardi, ancora una volta ha ceduto il passo alla nuora". Quando Bossetti attacca il procuratore generale, Ester lo difende mormorando "Ha fatto bene", prima di raccomandare al figlio di calmarsi e controllarsi, durante la pausa. Mamma e figlia a pranzo da una parte, Marita e i legali da un'altra. La Arzuffi ai giornalisti assicura: "In questo momento ho un solo pensiero: mio figlio e i miei tre nipoti, i figli di mio figlio. Per loro passo sopra a tutto. Rinuncio anche ai colloqui in carcere perché Massimo possa vedere i ragazzi. Sono la sua forza".

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