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Perché Federica Pellegrini può fare tutto: sotto il costume, un fisico bestiale

Giulio Bucchi
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Un settebello di medaglie su altrettante finali mondiali consecutive appagherebbe chiunque. E Federica Pellegrini, che a 29 anni ha scritto la pagina più incredibile della sua carriera con l' oro nel 200 sl di mercoledì, sarà pure Divina, ma in questo senso non fa eccezione. Ai Mondiali di Budapest l' adrenalina ancora in corpo, la fatica e la notte insonne la costringono ad accontentarsi del 15° tempo complessivo nella semifinale dei 100 sl. Un 54"26 ben lontano dal miglior crono dell' aliena svedese Sarah Sjostrom (52.44), ma pure dal suo record personale sulle due vasche: 53"18 nuotato al Settecolli di giugno 2016 (record italiano). «Sapevo che ieri (mercoledì, ndr) avevo dato tutto quello che avevo nella mia gara e quindi va bene così - ammette la Pellegrini, prima di confermare su cosa si concentrerà nell' ultima fase della sua carriera -. Adesso mi allenerò di più sui 100, ma come divertimento, non certo per vincere i Mondiali. Non penso di cambiare idea, anche se nella vita non si può mai dire». L' impegno però nella kermesse magiara non è ancora finito: «Forse avrò un po' di staffette, ma non so quali». L' obiettivo è togliersi qualche soddisfazione da velocista e puntare a ben figurare a Tokyo 2020, e anche se una scelta del genere a fine carriera possa sembrare in controtendenza con le logiche della biologia umana, si deve comunque considerare il fatto che la Pellegrini, quando è in acqua, di umano ha ben poco. «Lei non ha limiti», conferma Matteo Giunta, 35 anni, da tre allenatore di Federica. E fisicamente è un mostro: solo il 18% dei suoi 65 chili corrisponde a massa grassa (il limite fisiologico minimo per il corpo femminile è il 16%), l' indice di massa corporea a 20.75 (calcolato sui 179 cm di altezza) rasenta la perfezione. In periodi d' allenamento pre gara è una macchina da quasi 20 km nuotati al giorno. Per quindici giorni, prima del Mondiale, si è rinchiusa in un albergo in Sierra Nevada senza la minima distrazione. Il programma? Sveglia, colazione, allenamento, recupero, pranzo, allenamento, palestra, recupero, sonno. E Ripetere. Consuma oltre 3500 kcal al giorno, per questo nella sua dieta non rinuncia ai carboidrati, con pasta e riso anche se integrali. Per condire niente grassi animali ma olio extra vergine d' oliva e per sbizzarrirsi quinoa con il pesce azzurro, insalata di barbabietola e tofu, ma anche il crumble di mele con noci, mandorle e nocciole. I dolci solo nel week-end e rigorosamente senza burro. Sì, le regine dei 100 sl viaggiano come forsennate, anche se la Pellegrini oltre al record italiano li ha nuotati pure in 52"17 (agli Assoluti di Riccione 2016), ma in vasca corta. Lei parla di «bella vita da velocista», con carichi di lavoro differenti ed energie mentali più gestibili rispetto ai 200 sl (gara in cui è la più forte di sempre proprio grazie alla tenuta psicologica in vasca), ma in realtà per la sua trasformazione nella Bolt del nuoto sarà fondamentale il lavoro di Bruna Rossi, psicologa anche del Settebello e in passato dell' Inter di Mancini. Probabilmente nessuno al mondo, a quell' età, riuscirebbe ad essere più competitivo di così sulle distanze sprint. Ma se a qualcuno fosse concesso il privilegio, quel qualcuno sarebbe la Divina. Nelle altre gare, senza la Pellegrini, la 4x200 sl femminile resta fuori dalla finale (nono posto con Alice Mizzau, poi Stefania Pirozzi, Anna Chiara Mascolo e Simona Quadarella). Entrambi primi degli esclusi invece Luca Pizzini nei 200 rana e Matteo Restivo nei 200 dorso. di Daniele Dell'Orco

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