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"Pavia 28": Giulia e la radio nell'esercito, dalle cuffie al poligono

Giulio Bucchi
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"08.15: riunione di coordinamento con il Direttore di Pavia 28; alle 08.30 inizia la diretta radiofonica che dura fino al pomeriggio. Poi, addestramento militare". Una speaker particolare Giulia, c'è poco da fare: non tutti passano con nonchalance da microfono e cuffie al poligono; lei sì invece, perché Pavia 28 in fondo è molto più che un emittente radiofonica, semmai uno strumento di lavoro e di preparazione per operazioni comunicative più complesse, come quelle svolte in Afghanistan da Radio Bayan West (fino a marzo 2017). Perugina, 26 anni, Giulia Trincia è Primo Caporal Maggiore dell'Esercito Italiano in forza al 28° Reggimento "Pavia" di Pesaro, un reparto che dal 2004 si occupa di psyops (psychological operations), interessante e singolare disciplina che negli Stati Uniti è insegnata a Fort Bragg, celebre quartier generale delle Forze Speciali... Giulia, cosa sono e a cosa servono le comunicazioni operative (psyops, ndr)?  "Sono rivolte alle popolazioni di aree in cui lavorano i contingenti militari, con lo scopo di essere canale di comunicazione trasparente ed efficace: i locali hanno, così, modo di capire perché il contingente è lì schierato e quali sono le sue funzioni. In altre parole, si costruisce un rapporto di fiducia con la gente, che vede in te un riferimento al quale rivolgersi per sicurezza o per aiuto". Da quanto tempo sei al 28°?  "Da novembre 2012: sono un operatore per le comunicazione operative del 1° Battaglione Comunicazioni Operative, Compagnia TV e Radio. Collaboro alla gestione e allo sviluppo di programmi radiofonici, cioè creare e seguire spot, rubriche e interviste a scopo addestrativo per perfezionare le mie competenze in vista di possibili impieghi esteri. E fra playlist, rubriche e interviste la giornata lavorativa è sempre stimolante e dinamica". Ecco, racconta una giornata tipo...  "08.15: riunione di coordinamento con il Direttore di Pavia 28; alle 08.30 inizia la diretta radiofonica che dura fino al pomeriggio. Poi, addestramento militare perché è fondamentale avere l'adeguata preparazione per lavorare in sicurezza in qualsiasi contesto: preparazione fisica, dunque, alternata a periodiche tappe al poligono per affinare la capacità di tiro e per imparare a difendersi in situazioni delicate". Sei mai stata in zona "calda"?  "In Kossovo, nel 2015 e sempre con il Pavia, ma con un ruolo diverso rispetto a quello che ho adesso...". Eri speaker già prima di arruolarti?  "Mi sono arruolata appena dopo la maturità scientifica quindi ciò che so l'ho imparato qui. E continuo ad impararlo qui tenendomi costantemente aggiornata, seguendo i corsi proposti dal reparto e dedicandomi, nel tempo libero, alla lettura di testi di genere e all'ascolto di tanta, tanta radio italiana e straniera". Va bene, ma quando non indossi la mimetica farai anche qualcos'altro o no?  "Musica e lettura sono passatempi importanti per me, ma amo anche viaggiare e fare sport, in particolare sci e pattinaggio".  Dunque, la tua intera vita lavorativa l'hai spesa in divisa. Rimpianti?  "Affatto. A distanza di anni mi accorgo di come il mondo militare mi abbia permesso di crescere e di arricchirmi sia come soldato sia come persona. Credo nell'uniforme che indosso, nei valori che rappresenta, nella responsabilità che mi impone". di Marco Petrelli

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