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Ines Trocchia, dalla provincia di Napoli a Playboy: "Ho una sola passione, l'Inter"

Giulio Bucchi
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A soli 22 anni Inés Trocchia è una modella di fama internazionale. Umile ma ambiziosa, ha posato per le maggiori riviste del mondo, fra cui Playboy. Napoletana, il cuore nerazzurro e una bellezza mozzafiato. Quasi imbarazzante. Inés, da un paesino di provincia a Playboy. Come hai fatto? "Mi è sempre piaciuto lavorare nel campo della moda, ma si può dire che ho iniziato quasi casualmente. Poi tanto impegno e umiltà. Con la giusta ambizione". Spiegaci…  "Avevo da poco preso la maturità scientifica. Su Facebook avevo foto normalissime e all'improvviso mi ha contattato uno stilista campano per delle selezioni. Pensai: non faccio la modella. Poi ho scelto di andarci. Ricordo che mi ha accompagnato mamma, eravamo preoccupatissime. Poi una cosa tira l'altra ed eccomi qui".  In soli tre anni, una scalata incredibile. Quando il salto di qualità?  "Non si può parlare di salto di qualità, ci sono stati una serie di fattori. Trasferirmi a Milano mi ha aiutato. Ma se la mia carriera è decollata devo ringraziare l'estero. Dal mondo all'Italia. Un percorso inverso.  "Sì. Sono state le riviste straniere a farmi crescere: Maxime Usa, FHM Spagna e Singapore. E Playboy: per la rivista di Hugh Hefner ho posato più volte. Per l'edizione Romania e Slovacchia, ma è quella del Portogallo che mi ha dedicato la copertina. Ed è la prima volta che ho posato nuda". Invece in Italia?  "Ho fatto diverse campagne pubblicitarie. Per Rocco Barocco ad esempio e per Chateau d'Ax. Passo dopo passo, mattone dopo mattone. Ma forse il boom l'ho avuto grazie al programma di Criscitiello su SportItalia. Una grande vetrina, un'esperienza bellissima".  Dai, non può essere solo umiltà condita con la giusta ambizione la ricetta vincente.  "L'arroganza è lo strumento di chi non ha sudato per arrivarci. Io ce l'ho fatta da sola. Se qualcosa non costa fatica, perdi il controllo. Sto con i piedi per terra. Ringrazio molto la mia famiglia, spesso gli agenti (il mio è bravissimo) pensano al guadagno e bruciano tante ragazze valide". La tua vita privata sarà messa a dura prova.  "Vita privata? (Ride, ndr)". Capito. È un casino essere Inés Trocchia.  "No, vabbé. Amo il mio lavoro, nonostante mi assorba completamente, sempre in giro. Sai, quando mi chiedono Chi è Inés nella vita privata, faccio fatica a rispondere. Lavoro con me stessa: sono così quando dormo e quando poso. Può portare alla solitudine. Il tempo per la vita privata è quasi inesistente".  Vita sentimentale?  "Per adesso single. Sai anche su questo, tutti credono che abbia valanghe di corteggiatori. Non è così". Asia Argento, Weinstein, i casi di molestie che si sentono ogni giorno. Che idea ti sei fatta?  "È un argomento scivoloso, ho opinioni contrastanti, certe cose si dovrebbero vivere in prima persona. Mettiamola così: c'è una caccia alle streghe che lascia un po' perplessi. Non possiamo fingere che queste cose non esistano e accusare chi denuncia di essere alla ricerca di popolarità rischia di sminuire una tragedia. Allo stesso tempo, ho la sensazione di un accanimento sulla carcassa. Poteva essere un modo di far venire fuori tutto, si è banalizzato. Il mio invito è denunciare sempre". Inés, veniamo al calcio. Come mai l'Inter?  "Da bambina vedevo le partite con papà: poi vivere a Milano, lavorare in tv. Non sono un'esperta, ma la passione per i nerazzurri è sconfinata. E Poi Zanetti…" Poi Zanetti?  "Javier è un capitano eterno, un esempio per tutti. Ma Mauro Icardi non lo farà rimpiangere: tutto cuore e gol".  Un giudizio sulla stagione?  "Fin qui positivissima. Chi se l'aspettava? Chi era il campione indiscusso del calciomercato? Il Milan ha speso tantissimo, ma poi? L'Inter era criticatissima, ma Spalletti ha saputo sfruttare i punti di forza della squadra. Il top player ce l'abbiamo sulla panchina. Avevano fatto i conti senza l'oste".  Dove vuoi arrivare?  "Non sono soddisfatta. Sono contenta, ma pretendo sempre più da me stessa. Prima di dire ce l'ho fatta, ne dovrò fare di strada, ma con il mio nome. Voglio continuare con la televisione. E in futuro, perché no, anche cinema: se dovesse arrivare una proposta... Con il tuo nome?  "Sì. Lo dico per la prima volta: in molti mi hanno suggerito un nome d'arte, perché il mio cognome pare essere poco televisivo. Ma non lo cambierò mai, ne vado fiera". di Mariano Paolozzi

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