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C'era una volta la Lira: duecento anni di storia attraverso la moneta nazionale

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Andrea Tempestini
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Duecento anni di storia italiana attraverso un simbolo: la nostra moneta nazionale. Va in scena al Museo centrale del Risorgimento di Roma la mostra Gli anni della Lira. Imperdibile appuntamento per tutti gli euroscettici e una miniera di informazioni per i tanti, non solo i nostalgici, che vogliono rivivere quel lungo periodo storico in cui la ricchezza, grazie al potere dei singoli Stati di «battere conio» (e alle «svalutazioni»), sembrava a portata di mano. O per i più giovani che quelle monete, elegantemente ispirate alla mitologia greco-romana e ai fasti del Rinascimento così come al lavoro della terra, le hanno potute ammirare, senza mai averle in tasca, solo attraverso i film dell'epoca. Da domani e fino al 10 giugno la banconota più amata dagli italiani, la Lira, si prenderà così la sua gloriosa rivincita (almeno morale) rispetto al più tecnologico e "freddo" sostituto europeo, l'Euro, con i suoi odiati centesimi di cui molti auspicano l'estinzione. Della storia della "vecchia" lira - dalle campagne napoleoniche in Italia, ai tagli maggiori emessi tra le due Guerre fino alle ultime coniazioni prima dell'avvento della moneta unica - si ripercorreranno anche aneddoti e curiosità spesso riservati ai collezionisti e agli addetti ai lavori. GLI ERRORI Una storia nella storia, ad esempio, è quella riservata agli errori di conio. Talvolta impercettibili, altre volte clamorosi: dalle 500 lire del 1957 con le Caravelle che hanno le bandiere controvento rispetto alle vele (divenute subito oggetto di collezione e corrette l' anno successivo) alle 1000 lire del 1997, la prima bimetallica emessa dalla Zecca con i confini dell' Europa errati, fino alle meno note 5 lire emesse nel 1951 in lega Italma che, per un errore di conio, appaiono sprovviste della firma dell' autore Romagnoli sotto al timone che rappresenta il "buon governo". Curata da Silvana Balbi de Caro, responsabile scientifico del nuovo Museo della Zecca di Roma, la mostra Gli anni della Lira è promossa da Editalia (società del gruppo dell'Enciclopedia italiana Treccani) con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, della Regione Lazio e del Comune di Roma. Negli splendidi saloni del Museo si ripercorrono due secoli di storia e di costume nazionale attraverso l' esposizione di pezzi provenienti dal Medagliere del Museo nazionale Romano, dal Museo della Zecca, dalla Banca d' Italia e dalla collezione privata di Luca Einaudi, che hanno messo a disposizione un ricco apparato iconografico che consentirà ai visitatori di ammirare non solo monete note, banconote e pezzi rari, spesso chiusi in magazzini inaccessibili al pubblico, ma anche di approfondire gli avvenimenti e il contesto storico che hanno caratterizzato la nascita delle diverse emissioni. Le monete e le banconote saranno analizzate sotto il profilo artistico e simbolico di cui sono portatrici, nel raffronto con immagini d' epoca. All' interno del percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni, saranno proiettate anche video-didascalie utili ad approfondire la lettura delle monete stesse e a raccontarne il loro inserimento nel contesto storico e sociale. Dalle prime emissioni del periodo pre-unitario fino alla definitiva uscita di scena della nostra moneta nazionale, nel marzo del 2002, una data che per molti suoi estimatori segnò l'inizio di una inesorabile nostalgia della Lira. FENOMENO POPOLARE Un fenomeno così diffuso e popolare da essere utilizzato come slogan patriottico nei programmi e nei simboli di alcuni partiti, Lega e M5S in origine, e tale da spingere tante famiglie italiane a conservare banconote e monete del vecchio conio, ormai inutilizzabili, nella speranza di un loro improvviso ritorno in auge o di un'imprevedibile fuoriuscita dell'Italia dall' Eurozona. Secondo un rapporto Eurispes che all' epoca fece clamore, dopo l'iniziale euforia per la comparsa dell'Euro, già nel 2014 ben il 40 per cento degli italiani sarebbe tornato molto volentieri a utilizzare la vecchia moneta. Un numero che negli anni successivi è cresciuto fino al 58 per cento secondo un'altra ricerca condotta da DataMedia. Nostalgia della giovinezza o semplice rimpianto per un portafoglio sicuramente più gonfio, il fascino della Lira- in tutti questi anni - sembra immutato. Icona di una autentica "età dell'oro", in cui possedere le famose "mille lire al mese" era considerato un segno di benessere economico diffuso, oggi la vecchia lira rappresenta un collegamento affettivo tra le generazioni che quella stagione la ricordano o l'hanno vissuta. di Beatrice Nencha

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