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A Milano la marcia pro migranti, la Lega: "Ecco la sinistra che dimentica gli italiani"

Eliana Giusto
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In testa Emma Bonino davanti allo striscione con la scritta Insieme senza muri e seguita da un gommone, di quelli usati per il traffico dei migranti. Ha preso così il via la marcia della solidarietà e dell'accoglienza a Milano. A trascinare la folla la musica di Radio Popolare. In corteo molti sindaci con la fascia tricolore - in primis Beppe Sala - alcuni rappresentanti del Pd, tra cui Emanuele Fiano e Barbara Pollastrini, l'assessore comunale alla sicurezza Carmela Rozza. In prima fila anche l'assessore comunale alle politiche sociali Pierfracesco Majorino, promotore della marcia anti razzista. In piazza Oberdan anche Marco Cappato con un banchetto per raccogliere le firme per cambiare la Bossi-Fini. Ma non mancano gli oppositori, Lega in primis: "La sinistra che oggi marcia a Milano per gli immigrati è quella che si è dimenticata, nei quattro anni di governi a trazione Pd, dei problemi degli italiani, di quell'11,5% di cittadini disoccupati, di quei giovani che non hanno lavoro e prospettive, di quei 6 milioni di italiani con pensioni inferiori ai mille euro al mese", dice Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Lombarda-Lega Nord. "La sinistra che oggi marcia a Milano - aggiunge - è quella che ci ha fatto invadere da 600 mila immigrati in quattro anni, che ci sono costati oltre 10 miliardi di soldi pubblici per il loro mantenimento". 

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