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Happy Days, Erin Moran morta sola e povera: dopo il successo, la depressione

Ilaria Bottazzini
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Erin Moran, la "sottiletta" di Happy Days, è morta sola e povera, a soli 56 anni. Tempo fa aveva raccontato come fosse bizzarro che lo stesso ruolo che le aveva regalato tanto successo, le avesse poi causato la depressione. Nel 1974, grazie al ruolo di Joanie Cunningham, aveva ottenuto una popolarità tale da diventare un'icona: era la brava ragazza che tutti desiderano come figlia. Il suo personaggio, a distanza di anni, l'aveva però totalmente imprigionata, facendole terminare la sua carriera a soli 24 anni: dopo Happy Days infatti, non le erano più arrivate offerte di lavoro e da quel momento, non è più riuscita a vivere una vita felice. Nel 1987 ha sposato Rocky Ferguson, dal quale ha poi divorziato nel 1993. Nello stesso anno, si è risposata con Steven Fleischmann. Nel 2012 si è ritrovata senza soldi, sfrattata dalla sua villa in California e costretta a vivere nella roulotte della suocera dentro un camping di New Salisbury, nello stato dell'Indiana. "Ero bella, ricca e famosa e adesso non mi è rimasto nulla, nemmeno una casa. Non ho più un dollaro e sono obbligata a vivere come una randagia", aveva raccontato la Moran anni fa. Lei e il marito però sono riusciti ad essere sfrattati anche dal camper a causa della loro vita vissuta all'insegna della droga e dell'alcool. Il suo corpo è stato ritrovato senza vita dai servizi di emergenza nello Stato dell'Indiana e sarà l'autopsia a stabilire la causa della morte, anche se si crede che sia stata un'overdose di eroina. I suoi ex compagni di set non hanno potuto non ricordarla. Henry Winkler (Fonzie) ha scritto su Twitter: "Oh Erin, ora finalmente avrai la pace che hai cercato invano su questa Terra" e anche Ron Howard (Richie Cunningham) le ha dedicato un pensiero: "Una notizia molto triste. Sceglierò sempre di ricordarti nel nostro show intenta a migliorare le scene, a strappare risate e a illuminare gli schermi delle tv". La morte le ha impedito di terminare il suo ultimo lavoro: un libro di memorie, il cui titolo riassume la sua vita in due aggettivi: Happy Days, Depressing Nights.  

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