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Arriva la tassa sui selfie: "La pubblicità sui social va regolamentata"

Eliana Giusto
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Il governo non sa più a cosa attaccarsi. Adesso vuole tassare persino i selfie. Roba da non crederci. I nostri politici e ministri non si fermano di fronte a nulla. E così le foto di vip e blogger e tutto ciò che viene messo in rete finisce nel campo d'azione del disegno di legge Concorrenza, votato ieri. Un ordine del giorno, presentato dal deputato del Pd, Sergio Boccadutri, impegna il governo a intervenire «affinché l' attività dei web influencer sia regolata permettendo ai consumatori di identificare in modo univoco quali interventi realizzati all' interno della rete internet costituiscano sponsorizzazione». Nel mirino i post su Facebook, Instagram o Twitter dei volti noti di cinema, moda, sport o spettacolo che si prestano alla sponsorizzazione di marchi più o meno famosi, dietro corrispettivo economico.  Era stata l' Unione nazionale consumatori a sollevare il problema dei selfie e più in generale della pubblicità camuffata su blog e social network, presentando nei mesi scorsi un esposto all' Antitrust, e chiedendo l' intervento dell' autorità per le garanzie nelle comunicazioni ricordando che in Gran Bretagna e negli Stati Uniti hanno già preso sul serio la questione e le autorità competenti, la Competition & Markets Authority e la Federal Trade Commission (Ftc) sono già intervenute. «Il nostro obiettivo è avere regole chiare e condivise e che, accanto a ogni foto sponsorizzata, compaia sempre una didascalia di accompagnamento che informi correttamente il fan del carattere promozionale del messaggio. Anche online serve maggiore trasparenza e la pubblicità deve essere chiaramente riconoscibile, soprattutto se a farla sono personaggi famosi, i cosiddetti influencer, che hanno un largo seguito di followers, spesso adolescenti» afferma Massimiliano Dona, presidente dell' Unione nazionale consumatori.  Chissà come la prenderà Chiara Ferragni, una delle blogger più in voga del momento, se l' ordine del giorno approvato dalla Camera dei deputati dovesse tradursi in una norma con forza di legge. Lei con i suoi 9.6 milioni di followers su Instagram si conferma una delle più influenti personalità del web. Certo la più potente in assoluto è Kylie Jenner con 96.4 milioni di seguaci su Instagram, secondo Blogmeter. Ma la Ferragni che anche la prestigiosa Università di Harvard ha voluto in cattedra a tenere una lezione (insieme all' ex fidanzato e ancora oggi socio in affari Riccardo Pozzoli) su come, da Chiara, è diventata Chiara Ferragni, quest' anno ha raggiunto i 20 milioni di fatturato. Complice la relazione col rapper Fedez - suo promesso sposo - e complice la sua amatissima linea di costumi, calzature e accessori moda, Chiara Ferragni - con TheBlondeSalad -, da fashion blogger è diventata una vera e propria influencer e un' imprenditrice, una sorta di "Re Mida" del mondo della moda. Ora chissà come cambierà la sua professione e se dovrà ritoccare tutte le sue foto su Instagram? E pensare che ultimamente sono in tante a cercare di imitarla. Armate di bellezza, testa, coraggio e soldi per arricchire il guardaroba di tutti gli ultimi capi più alla moda si sono lanciate alla conquista dei followers, anche se il risultato finale non è poi così garantito. Comunque secondo l' agenzia marketing Captive, blogger da 50.000 a 500.000 followers possono chiedere 2500 dollari per pubblicare un loro contributo su YouTube, 1000 per un post su Instagram; chi ha tra i 3 e i 7 milioni di seguaci può guadagnare 187mila dollari per un post su YouTube, 75mila su Instagram. Non dimentichiamo che la Ferragni inizialmente ha sfondato grazie al suo primo fidanzato che ha studiato a tavolino la sua immagine ed è cresciuta con una madre che ha fatto di tutta la sua vita un diario fotografico, forse dunque la stoffa della blogger era nel dna. E adesso che quello delle fashion blogger è diventato un mestiere con tanto di corsi da frequentare sul marketing, pubblicità, e-commerce, moda tutto cambia. Forse. di Daniela Mastromattei 

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