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Alessandra Moretti, il dramma di una ex stella renziana: "Verrà il momento del ciao alla politica"

Giulio Bucchi
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Qualche tempo fa sul proprio profilo Instagram Alessandra Moretti ha pubblicato una foto sorprendente e ironica: lei, ferro da stiro in mano, da perfetta casalinga. Forse un po' disperata, però. Quello scatto, alla luce dell'intervista che la consigliera veneta del Pd ha concesso al Fatto quotidiano, appare quasi profetico: addio alla politica, dopo tre anni di trionfi effimeri e tante, troppe delusioni.  Partita bersaniana, è salita sul carro di Matteo Renzi ed è stata premiata dal ruolo di capolista alle mitiche Europee 2014, dove ha sbaragliato tutti con 232mila preferenze. Da lì in poi, però, è stata una via Crucis fatta di gaffe mediatiche, uscite fuori tempo, esternazioni tragicomiche. E una scelta funesta: abbandonare Strasburgo per candidarsi a governatore del Veneto, venendo travolta da Luca Zaia. "Ho fatto quel che mi chiedeva il partito", ammette con una punta di amarezza, rinunciando a commentare il viaggio di piacere in India mascherato come malattia. "Ho vissuto momenti di difficoltà", spiega la bella Alessandra, oggi semplice consigliera. Un rammarico, forse, ce l'ha quando snocciola a cosa ha rinunciato pur di obbedire a Renzi: "Lo stipendione che ho lasciato e pure il vitalizio andato in fumo". Giudicata troppo ambiziosa, è stata progressivamente allontanata dal cuore del partito, non senza veleni. "Sono nella direzione nazionale e mi basta. Ho tenuto aperto lo studio legale perché so che verrà il tempo di fare con la manina ciao alla politica", confessa. "Sono maturata, ho riflettuto sulla provvisorietà della politica. E comunque resta la famiglia e il lavoro. Cioè la vita". Sempre Ladylike, ma lontano dai riflettori.

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