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L'accordo di Pisanu con Casini:c'è anche Beppe dietro il caos-Rai

Andrea Tempestini
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  La scena politica è riempita dal caos Rai, dal violentissimo scontro istituzionale tra Gianfranco Fini e Renato Schifani. Il presidente del Senato, confidano alcuni membri del Pdl, "è rimasto sbigottito per la virulenza" dell'attacco dell'omologo alla Camera. Tutto ruota attorno al senatore Paolo Amato, che in Commissione vigilanza per il rinnovo del Cda di viale Mazzini aveva annunciato di voler votare "in coscienza", e che è stato sostituito all'ultimo proprio da Schifani. Il chiarimento tra presidenti di Camera e Senato ancora non c'è stato. Ma insieme a Fini si schierano anche Bersani e Casini: il terzetto scende in campo per mettere le mani sulla Rai. Il ruolo di Pisanu - Ma dietro a questo caos, a questa guerra che, forse, altro non è che l'ennesimo capitolo dello scontro tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, ci sarebbe un nome ben preciso: quello di Beppe Pisanu. Secondo alcune ricostruzioni fornite da membri del Pdl che scelgono l'anonimato, il presidente dell'Antimafia, da tempo, avrebbe siglato un patto con il presidente della Camera, complice Pier Ferdinando Casini. E uno dei nodi di questo accordo sarebbe proprio il voto sul cda della Rai: in questa situazione il senatore Amato sarebbe diventato una pedina d'importanza decisiva all'interno di un gioco forse più grande di lui. I bene informati descrivono Amato come in "rapido allontanamento" dal Pdl verso il Terzo Polo, una situazione che renderebbe più chiaro il quadro di quanto accaduto ieri, mercoledì 4 luglio, e che renderebbe ancor più sgangherato e inopportuno l'attacco di Fini a Schifani. I frondisti - E che Beppe Pisanu sia in rotta con il Pdl non è certo una novità. Il suo nome è sempre stato in cima a quella dei "frondisti" che si auspicano una svolta, un cambio radicale all'interno del partito, se non la fine del partito spesso. Di ieri alcune dichiarazioni che con la Rai non c'entrano nulla, ma che offrono la cifra della linea di Piasnu: "Silvio Berlusconi è sicuramente una risorsa per il Pdl in termini di consenso elettorale, ma è un ingombro per la crescita del gruppo dirigente", aveva spiegato in un'intervista al Messaggero. Frasi che spogliate dal perbenismo del politichese significano una cosa sola: "Questo Pdl, così com'è, non mi piace affatto. E Berlusconi dovrebbe ritirarsi". Guerra tra toscani - Per il putiferio scoppiato per le nomine del cda Rai, però, ci sono altre ricostruzioni. Non solo Pisanu, insomma. “Tutto è nato dal combinato disposto di vari fattori, principalmente da una bega tra dirigenti toscani del partito”, sibila  un parlamentare azzurro, che ha seguito in prima persona la vicenda. Il caso Amato, dunque, avrebbe fatto riaffiorare vecchi rancori di alcuni parlamentari toscani in rotta con Denis Verdini, considerati vicini ad Amato, anch'egli toscano e da tempo in disaccordo con il coordinatore del Pdl. Eppure, raccontano, nella notte sembravano essere rientrati i malumori interni e tutti giuravano che il Pdl avesse raggiunto in zona Cesarini un accordo con la Lega per candidare  Todini (il quarto nome accreditato per il cda, ndr) grazie alla mediazione di Paolo Romani. Ma così non è stato. E nel Pdl, infine, si diche che un certo ruolo in questa storia l'abbia giocato l'onorevole Deborah Bergamini, che assieme al senatore Amato ha fatto la guerra nel partito proprio al coordinatore Verdini, che non a caso, come lei, è toscano...  

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