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Legge elettorale, Alfano accelera:"Il testo del Pdl subito in aula"E Bersani minaccia di rompere

I segretari di Pdl e Pd

Il segretario azzurro: "Non voglio lo scontro". Ma la sinistra finge di tendere la mano e poi rifiuta ogni tipo di proposta

Andrea Tempestini
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Il Partito Democratico continua a tirare la corda sulle riforma elettorale: da Bersani e compagni continuano ad arrivare dei "no" sulle proposte del Pdl, tanto da far sorgere il dubbio che la sinistra, alla fin della fiera, voglia tenersi il tanto criticato "Porcellum". Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, propone un premio di maggioranza agganciato ai voti presi del singolo partito. E poi spiega: "Trovare un accordo con il Pd? Le posizioni non sono lontanissime poiché stiamo ragionando di un premio del 10-15%, ma si potrebbe riflettere su un'ipotesi di premi di maggioranza in percentuale ben più alta rispetto a quelle su cui stiamo ragionando, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito".  "Non voglio lo scontro" - L'ex Guardasigilli sottolinea poi che cercherà fino all'ultimo momento utile di evitare lo scontro in Aula. Ma il punto è che il centrosinistra finge di tendere la mano e di voler ascoltare gli appelli di Monti e Napolitano per trovare un'intesa, ma poi, di fronte ad ogni proposta del centrodestra, si tira indietro. Così Alfano è costretto ad alzare i toni: "Sono ottimista - premette - ma occorre che ormai si vada su testi scritti e depositati in commissione perché la fase di avvicinamento delle posizioni è conclusa. Ecco perchè i nostri al Senato presenteranno la prossima settimana questo progetto". Un progetto sul quale, ha spiegato Alfano, si potrà andare avanti anche a maggioranza.  Ma Bersani attacca - Ed ecco, immediato, il commento ostile di Bersani: "Con un colpo di mano da parte del Pdl, la rottura è inevitabile", ha attaccato l'annuncio degli azzurri di andare avanti anche a maggioranza sulla riforma. E ancora: "Il Pdl sulla legge elettorale oscilla tra pratiche dilatorie ormai estenuanti e la suggestione di un colpo di mano in Parlamento. Quanto alla ipotesi del colpo di mano, è evidente che se si ripetesse per la legge elettorale quel che si è visto proprio in Senato per la riforma costituzionale, sarebbe un atto di rottura irrimediabile". 

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