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Filippo Facci: Il femminismo peloso

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Filippo Facci

Giulio Bucchi
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Caro papà, sono contento che tu sia morto, anni fa, prima che certe tue profezie si avverassero. Non c' è ragione che tu vedessi certi spettacoli. Tra le cose meno serie, sin da quando ero bambino, ricordo questa sulle femministe: "Vedrai, un giorno vorranno i peli sulle gambe". Ecco, non hai fatto in tempo a vedere il mondo che si capovolgeva: da una parte ragazzetti sempre che vanno dall' estetista a depilarsi la schiena, le gambe, le braccia, le ascelle, il petto, le orecchie, le nocche, il culo e persino il pene, che resta lì come un lombrico; dall' altra, ci siamo: è spuntata un' artista-testimonial di Adidas che si chiama Arvida Bystrom, ha 25 anni ed è stata scelta come "icona di domani". E' bionda, è caruccia e, leggo, "ha fatto della non depilazione una bandiera e proprio per questo è stata selezionata dal brand sportivo per la nuova linea pubblicitaria". Lei lo fa perché combatte "i pregiudizi di genere", e perché - ha detto in uno spot, dove esibisce polpacci pelosi - "penso che il femminismo sia un concetto culturale, chiunque può essere femminile, e forse la società ha paura di questo". Ha ragione: io ho una paura fottuta, per esempio. Ho paura di ritrovarmi, sul più bello, una donna coi pelazzi di un terzino, un terzino vero, uno dei tuoi tempi. Ci siamo arrivati, papà. Troveremo sterpaglie dove le donne si depilano sin dalla preistoria, mentre, dove eravamo abituati a trovare il pelo, solo rasature lisce come una pista di atterraggio. di Filippo Facci

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