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È POSSIBILE GARANTIRE LA SICUREZZA NELLE DISCOTECHE IN ITALIA CON LE LEGGI ATTUALI?

Ragazzo di ventiquattro anni in coma farmacologica a causa di un aggressione subita nella notte di Ferragosto in una discoteca di Jesolo

Andrea Bisaschi
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L'argomento della sicurezza nei locali è un argomento che mi sta particolarmente a cuore perché ho lavorato più di quindici anni nelle discoteche come security e da un anno faccio parte dello staff docenti ai corsi di formazione per gli addetti ai servizi di controllo attività di intrattenimento e spettacolo. Corsi obbligatori grazie al Decreto del 6 ottobre 2009, adottato ai sensi dall'art. 3, comma 9, della L 15.7.2009 n. 94. il Ministro dell'Interno ha stabilito che gli addetti ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo siano iscritti in un elenco, revisionato con cadenza biennale tenuto dal Prefetto competente per territorio, definendo le modalità per la selezione e la formazione del personale, gli ambiti applicativi, il relativo impiego ed i requisiti per poter accedere all'iscrizione stessa. Quando ho iniziato a fare questo lavoro nel 1992, non esistevano corsi, né elenchi tenuti in Prefettura, si lavorava nelle discoteche assunti dal locale come tutto fare o tramite agenzie di servizi che fornivano gli operatori. Questi ultimi hanno visto regolarizzare la loro professione solo nel 2009, prima di quel momento giuridicamente non esisteva nemmeno questa categoria di lavoratori. Ovviamente non tutti gli operatori erano o sono competenti, come purtroppo capita in tutte le professioni. Per esprimere una valutazione credo che sia necessario partire da dati reali e non soggettivi. In Italia vige il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza  (TULPS) dal 1931 che di fatto, in parole semplici, delega la pubblica sicurezza alle forze dell'ordine: Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza. Questo significa che gli addetti ai servizi di controllo possono operare fino ad un certo punto e questo può essere buono al fine di evitare abusi di potere, ma d'altro canto crea loro uno svantaggio nell'intervenire in situazioni d'emergenza perché consci del rischio personale a livello giuridico. Vi faccio un esempio di ciò che capita spesso nelle discoteche. Sappiamo che prevenire è molto meglio di curare. Infatti chi ha lavorato per anni nei locali sa perfettamente che un buon lavoro del door-selector, colui che seleziona la clientela, evita del 70% il rischio di problemi all'interno della discoteca. D'altro canto la legge ci dice che non è possibile impedire l'ingresso di un cliente in un pubblico esercizio. Questa pratica è illegale e può comportare la chiusura del locale e la sospensione della licenza d'esercizio o, in caso di recidiva, il suo ritiro. Non solo: nel caso in cui l'accesso al locale sia impedito con la forza, la minaccia o la coercizione, può configurare un reato penale (violenza privata, minacce, lesioni). Se, poi, il cliente viola la barriera del locale e viene conseguentemente fermato con veemenza da parte degli addetti alla porta, tale comportamento violerebbe la libertà di movimento dell'individuo e potrebbe configurare il reato di sequestro di persona o violenza privata. Questo vuol dire che per eseguire correttamente il proprio lavoro si va al di fuori di quello che la legge consente. Inoltre in Italia non esiste quasi da nessuna parte il metal detector all'ingresso e ovviamente gli addetti ai servizi di controllo non possono né perquisire né chiedere i documenti non essendo agenti di pubblica sicurezza. La sera di Ferragosto a Jesolo un ragazzo ha preso due violenti pugni, e se un pazzo entrasse armato di pistola? Siete sicuri che molti avventori non abbiano in tasca un coltello?  Signori, la sicurezza è una cosa seria e deve essere garantita anche da leggi chiare che permettano di lavorare in modo sicuro ed efficace a tutti coloro che lavorano in luoghi di intrattenimento.

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