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Anche le donne con sclerosi multipla possono diventare mamme /Video

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Napoli, 16 ott. (AdnKronos Salute) - Una buona notizia per le pazienti con sclerosi multipla: grazie a un farmaco anche le mamme affette da questa difficile patologia possono diventare mamme. Se ne è parlato durante il Simposio promosso da Teva, azienda leader nella commercializzazione dei farmaci equivalenti, dal titolo 'Venti anni di sclerosi multipla tra conferme e nuovi potenziali', svoltosi alla Mostra D'Oltremare di Napoli in occasione del XLVIII Congresso Società Italiana di Neurologia (VIDEO). Al centro degli interventi di esperti internazionali le caratteristiche del Copaxone*, un farmaco immunomodulatore usato nella terapia della sclerosi multipla, sul mercato da venti anni. Tra gli interventi al Simposio, grande rilevanza ha avuto quello di Maria Pia Amato, ordinario del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Firenze, che ha affrontato il tema della pianificazione familiare nella scelta terapeutica. "Il paradigma del binomio sclerosi multipla e maternità è molto cambiato - dichiara Amato - perché sino agli anni 90 il neurologo sconsigliava la maternità alla paziente con sclerosi multipla pensando che la gravidanza avesse un impatto negativo sul decorso di malattia. Purtroppo le informazioni sulla sicurezza dei farmaci sono ancora abbastanza limitate, quindi per tutti i farmaci è controindicato l'uso in gravidanza e anche nell'allattamento. L'unica modificazione a partire dal 2016 è stata una determinazione delle attività regolatorie che hanno rimosso la controindicazione per la gravidanza per il glatiramer acetato (Copaxone)". "Questa molecola - sostiene Amato - può essere utilizzata con serenità nelle donne che desiderano andare incontro ad una gravidanza, anche donne con una certa attività di malattia". In questo quadro assume maggiore rilevanza il progetto Primus, che ha messo insieme non solo neurologi ma anche psicologi e ginecologi, sulle problematiche della gravidanza nelle pazienti affette da sclerosi multipla con un approccio multidisciplinare e moderno. Il progetto affronta il delicato tema delle pazienti che vogliono avere un bambino e le scelte successive all'allattamento. Il professor Francesco Patti, neurologo Responsabile del Centro di Sclerosi Multipla del Policlinico di Catania, è intervenuto sul tema degli studi real-life a supporto di consapevolezza e capacità decisionale. "Il Copaxone è uno dei pochi farmaci, se non l'unico al momento, che può essere somministrato in corso di gravidanza a pazienti affette da sclerosi multipla - dichiara il professor Patti - e questo per noi è molto rassicurante. Bisogna considerare questo farmaco, che è un medicinale di prima linea, come la possibilità di" cambiare rispetto "a un farmaco più aggressivo come mantenimento, quindi senza far rischiare al paziente lo sviluppo delle neoplasie che invece abbiamo quando, al contrario, passiamo da un immunomodulante verso un immunosoppressore poi verso un altro immunosoppressore". "Teva è sempre stata molto presente in neurologia nel campo della ricerca e dello sviluppo - dichiara Roberta Bonardi senor director Business Unit Innovative Teva Italia - e soprattutto nel campo della sclerosi multipla, con la vastità di prodotti a disposizione. Nel dare molta attenzione al paziente e ai familiari, l'azienda ha creduto fortemente ai progetti sui gruppi di studio sulla gravidanza per poter offrire una possibilità alle madri che, pur avendo la sclerosi multipla, possono affrontare con serenità il futuro dell'essere genitori".

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