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"Messina Denaro voleva il Satiro danzante"

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Palermo, 15 nov. (AdnKronos) - Il boss mafioso Matteo Messina Denaro avrebbe voluto trafugare il Satiro danzante, la statuta bronzea dell'età greca, ritrovata nel 1997 da un peschereccio di Mazara del Vallo e oggi esposto nell'apposito museo. A rivelarlo è stato un collaboratore di giustizia, Mariano Concetto. Il pentito di mafia, parlando con i magistrati, ha raccontato "di aver ricevuto l'incarico dai vertici del suo mandamento mafioso di trafugare il famoso Satiro danzante" e a ordinare il furto sarebbe stato sarebbe stato proprio Matteo Messina Denaro "che avrebbe poi provveduto a commercializzarlo attraverso sperimentati canali svizzeri". Sequestro milionario al mercante d'arte: "Finanziava Messina Denaro" La storia del ritrovamento della statua inizia nel luglio di venti anni fa, quando il peschereccio 'Capitan Ciccio', appartenente alla flotta marinara di Mazara del Vallo e comandato dal capitano Francesco Adragna ripesca dai fondali del Canale di Sicilia una gamba di una scultura bronzea. Nella notte fra il 4 e il 5 marzo 1998 lo stesso peschereccio riporta a galla, da 500 metri sotto il livello del mare in cui era adagiata, gran parte del resto della scultura, perdendo nel recupero un braccio. Il reperto è stato acquisito dalla Regione Siciliana ed esposto in deposito temporaneo, a cura dell'assessorato regionale ai beni culturali, in una vasca d'acqua dolce deionizzata nell'ex chiesa di San Egidio a Mazara del Vallo. Nel settembre 1998 l'Istituto Centrale per il Restauro di Roma prende in consegna i due frammenti della statua, per effettuarvi i necessari interventi di restauro. E oggi il Satiro è esposto a Mazara del Vallo, nell'omonimo museo.

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