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Mafia: la nuova Corleone si ribella 'Non siamo più il paese di Riina'

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Corleone (Palermo), (AdnKronos) - "Non limitatevi a intervistare sempre i soliti dieci anziani seduti sulle panchine di piazza Falcone e Borsellino, che ci fanno fare un balzo indietro di venti o trenta anni. Oggi Corleone è diversa. Non siamo più la città dei Riina, dei Provenzano. Oggi siamo la città della legalità". Lorena Pecorella è arrabbiata. Insieme con un gruppo di giovani fa la volontaria presso il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia di Corleone. Lorena, capelli a caschetto, sguardo vivace e occhiali, se la prende soprattutto con chi "si ostina a mostrare una Corleone del passato". A pochi passi da lei, seduti su una panchina, ci sono quattro vecchietti, età media 80 anni, che confabulano tra loro. E ai giornalisti che si avvicinano per chiedere un commento sulla morte del boss mafioso Riina dicono: "Era un galantuomo". A chi gli fa notare che è stato condannato a 26 ergastoli per le stragi mafiose, rispondono con un'alzata di spalle: "Ma no, non faceva del male a nessuno...". E un altro arzillo anziano dice: "I veri mafiosi sono i politici, non Riina. Oggi siamo a lutto". Frasi che fanno male a Lorena e ai suoi amici. "Corleone non è quella descritta da quei vecchietti - dice - mi creda - oggi siamo in un'altra era. Purtroppo spesso Corleone viene descritta come capitale della mafia". Ma i giovani non risparmiano critiche neppure allo scrittore Roberto Saviano: "Ci ha fatto male leggere quello che Saviano ha scritto su Corleone. Si dovrebbe informare meglio sulla nostra città e su come è cambiata". Ma non sono solo i più giovani a raccontare una Corleone diversa. Antonella Sanzio, rappresentante di Legambiente a Corleone, ha 61 anni. E anche lei ci tiene a sottolineare che "bisogna dire basta agli stereotipi sulla mafia e questa città". Sulla morte di Riina dice: "Nessuno sentirà la sua mancanza, perché ha creato solo danni a Corleone".

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