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"Restituire a Corona 1,8 milioni"

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Milano, 23 gen. (Adnkronos) - Confisca della casa in via de Cristoforis a Milano e la restituzione di 1,8 milioni (sui 2,6 milioni circa sequestrati). E' questa la richiesta che il procuratore aggiunto di Milano Alessandra Dolci rivolge ai giudici della sezione misure di prevenzione chiamati a decidere sui beni sequestrati a Fabrizio Corona.  Dolci chiede la revoca sulla somma sequestrata in due cassette di sicurezza in Austria, ossia la restituzione di 860mila euro circa su cui sono già state pagate le imposte, la confisca invece di 758mila euro trovati nel controsoffitto (complessivamente 1,7 milioni) su cui invece sono state evase le tasse. Al centro della requisitoria la casa - valore due milioni e mezzo di euro - sequestrata dalla Guardia di finanza e intestata dall'ex fotografo dei vip a un suo fidato collaboratore, Marco Bonato. Uno stratagemma - a dire dell'accusa - per sottrarre la casa ai creditori della sua vecchia società, poi fallita. "L'unica risposta che può essere data - spiega in aula Dolci - è che Corona riteneva inopportuno intestarsi la casa o intestarla alla Fenice, perché aveva già una considerevole esposizione nei confronti del fisco" e l'immobile "sarebbe facilmente stato aggredito dalle società di riscossione". L'acquisto nel 2008 dell'abitazione, la cui vendita "è caratterizzata da profili di opacità", ha come obiettivo, a dire dell'accusa, di "far passare poi la proprietà da Bonato ad Atena, ultima società pulita. Si coglie il fine di sottrarre l'immobile alle leggi del fisco" chiosa Dolci, la quale ha chiesto sì la confisca della casa, ma la restituzione a Corona di 1,8 milioni (sui 2,6 milioni circa sequestrati) e nessun aggravamento delle misure di prevenzione.

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