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Open Arms: "Motovedette libiche ci hanno sparato"

AdnKronos
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Roma, 19 lug. (AdnKronos) - “Ero a bordo quando le motovedette di Tripoli, donate dall'Italia, con equipaggi allenati e istruiti anche dall'Italia, ci hanno sparato, sequestrato, con l'accusa di essere trafficanti o con azioni di pura pirateria in acque internazionali. Sono anni che vediamo un'involuzione, dei passi indietro nel salvataggio in mare per delle scelte politiche che vengono anche dall'Italia”. Lo ha detto a Sky Tg24 il comandante della nave Astral - Open Arms Riccardo Gatti, commentando le parole del premier Giuseppe Conte, secondo cui è inaccettabile che una Ong incolpi il governo italiano per lemorti in mare. “Si sta cercando - ha proseguito - di passare la responsabilità dei salvataggi alla Libia e si sta facendo passare il discorso che si possono riportare in Libia delle persone che scappano dalla Libia. Le fake news non vengono da noi ma da altra parte. Non siamo qui per accusare nessuno, siamo qua per testimoniare quello che sta succedendo, per far sì che il mondo veda quello che sta succedendo e poi porti avanti le sue conclusioni. Noi sappiamo bene quello che succede in mare e spesso e volentieri abbiamo visto che la realtà di quello che succede in mare non è la realtà che viene presentata ai cittadini italiani”. Rispondendo poi a una domanda se la Ong avesse rilevato differenze con la gestione del precedente governo, Gatti ha sottolineato: “La differenza più grave è stata quella della pseudo chiusura dei porti, perché se si chiede a livello ufficiale se i porti sono chiusi la risposta è no, però l'autorizzazione per entrare nei porti non arriva e l'autorizzazione al porto di sbarco viene dettata dal ministero degli Interni, questa è la grande differenza”. Quanto alla scelta della Ong di sbarcare nei porti spagnoli piuttosto che quelli italiani, da cui era arrivata l'autorizzazione, Gatti ha spiegato: “Dalla Spagna non riceviamo nessun insulto, nessun attacco, nessuno ci chiama vice-scafisti né mette in dubbio quello che stiamo facendo. Nessuno ci dà la responsabilità del flusso migratorio e nessuno cerca di mettere sempre in cattiva luce tutto ciò che stiamo facendo, omettendo la realtà dei fatti di quello che è successo, del coordinamento che abbiamo sempre ricevuto, della stretta collaborazione con la Guardia Costiera. Perciò abbiamo deciso di andare in Spagna, perché ci sembra che sia tutto molto più chiaro e che le cose vengano presentate ai cittadini in maniera molto più veritiera”. “Ci hanno assegnato il porto di Catania, guarda caso la città dove sono aperte tutte le indagini contro le Ong - ha detto Gatti - Ce ne andiamo in Spagna perché riteniamo che ci sia un netto diverso atteggiamento del governo spagnolo con tutto ciò che ha a che vedere con le Ong”. In merito alle parole del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che li accusa di stare a nascondere qualcosa per la scelta di non sbarcare in Italia, Gatti ha affermato: “Io non rispondo a Salvini perché non voglio cadere in questa dialettica che mi sembra proprio fuori luogo. Quello che vedo sempre è l'intenzione da parte di questi messaggi di metterci in connessione con il traffico di persone, con un business oscuro. Non ho niente da dire a Salvini, Salvini sta facendo politica purtroppo, da quello che vedo da tempo, attraverso proclami o attraverso determinate battute che per me hanno una caduta di stile abbastanza mediocre”.

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