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Ue, Bruxelles gela Padoan: "Niente soldi europei per il taglio del cuneo"

Andrea Tempestini
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L'operato del governo Renzi si declinerà in una nuova serie di tasse. Se il sospetto - dopo le improvvide dichiarazioni del fido Graziano Delrio sulla tassazione delle rendite - era già più che legittimo, ora ci si mette anche l'Europa, che stronca la parte dei progetti con cui Palazzo Chigi ha intenzione di incidere sul cuneo fiscale, ossia la differenza tra il costo del lavoro per un'azienda e il salario netto che resta in mano al lavoratore. Bruxelles, infatti, chiarisce che i fondi strutturali europei del programma 2014-2020 non potranno essere utilizzati per il taglio del cuneo, come aveva ipotizzato ieri, giovedì 6 marzo, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Lo stop di Bruxelles - A uccidere in culla i sogni renziani è il portavoce del commissario Ue alle Politiche regionali, Johannes Hahn, che spiega: "L'Ue chiarisce che i fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti per lo sviluppo. Quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale, come suggerito da alcuni osservatori". I soldi di Bruxelles, dunque, possono essere utilizzati per la crescita, non per diminuire la (mostruosa) pressione fiscale italiana. Il portavoce prosegue: "Stiamo quindi dicendo all'Italia, come a qualsiasi altro Stato Membro dell'Unione, che le regole dei fondi permettono di finanziare con risorse nazionali - prima che i programmi per il 2014-2020 siano adottati dalla Commissione - progetti concreti per offrire, per esempio, aiuti per le start up o per l'espansione produttiva e occupazione dell'industria manifatturiera, o operazioni per ridurre la dispersione scolastica". Le parole di Padoan - Soltanto poche ore fa, in un'intervista concessa a Il Sole 24 Ore, Padoan aveva espressamente citato la possibilità di ricorrere ai fondi europei per tagliare il cuneo fiscale. Mister patrimoniale aveva poi spiegato, in risposta a una domanda sulle coperture del taglio del costo del lavoro, che "dobbiamo anche capire con l'Unione europea come utilizzare al meglio i fondi europei che oggi non vengono spesi. E' un altro capitolo importante quando si parla di coperture. L'obiettivo - aveva aggiunto Padoan - è il rafforzamento strutturale delle economie. Quindi perché non si potrebbero utilizzare quelle risorse su due capitoli oggi prioritari per quel rafforzamento: il mercato del lavoro e la capacità di competere delle imprese?" La risposta di Bruxelles, negativa, non si è fatta troppo attendere. Il nodo delle coperture, già ingarbugliatissimo, per il governo Renzi diventa sempre più intricato.

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