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Tasi peggio dell'Imu: ecco quanto e quando si paga

Andrea Tempestini
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Il fatto che tra Italicum, riforma del Senato e "80 euro in busta paga" non se ne parli più non significa che l'incubo della tassa sulla casa sia sparito. Anzi. Non è più l'Imu, ma la Tasi, e con tutta probabilità sarà peggio della stangata sul mattone a suo tempo reintrodotta da Mario Monti. Per sapere quanto dovremo pagare, comunque, nella maggior parte dei casi si dovrà attendere fino all'ultimo momento, e magari anche oltre. Già, perché la Tasi - il tributo sui servizi indivisibili che però, nella sostanza, va a rimpiazzare l'Imu - con tutta probabilità verrà delineata a luglio, in ritardo rispetto al teorico termine della fine di aprile 2014. Già in passato abbiamo assistito ad estenuanti balletti sulle aliquote e a continui slittamenti, dunque è lecito attendersi che accadrà lo stesso, e inoltre a fine maggio ci saranno anche 4mila comuni chiamati a votare alle amministrative: difficile che le giunte in scadenza, in piena campagna elettorale, si azzardino a definire la mazzata-Tasi. Meglio attendere l'esito del voto e, nel caso, scaricare la "patata bollente". I due capoluoghi - Così, ad oggi, i capoluoghi che hanno già approntato le delibere sono pochissime (tra questi Aosta, Pordenone, Novara e Modena). Ma ci sono le due principali città italiane, Milano e Roma, che sarebbero già in dirittura d'arrivo. Due esempi che danno la cifra di quanto la tassa potrà essere salata. Come ricorda il Corriere della Sera, a Milano, la giunta di Giuliano Pisapia avrebbe già deciso le aliquote, e anche a Roma l'assessore al Bilancio, Daniela Morgante, ha preannunciato le intenzioni di Ignazio Marino. Così si scopre che il capoluogo meneghino è più "generoso" nei confronti di chi ha immobili di scarso valore, mentre la Capitale tende a "favorire" i possessori delle case di pregio. A Milano l'aliquota Tasi sull'abitazione principale sarà al 2,5 per mille, esenti gli immobili con rendita catastale originaria fino a 350 euro; per i valori da 351 a 700 euro sono previste detrazioni decrescenti solo per chi ha un imponibile inferiore ai 21mila euro. A Roma, Marino dovrebbe scegliere per un'aliquota indifferenziata del 2 per mille. Il confronto - In soldoni, nel capoluogo lombardo, una piccola casa non pagherà, mentre per un casa equivalente, con rendita catastale di 300 euro, a Roma si pagheranno 101 euro. Rapporti invertiti per immobili di maggior valore: per una casa con rendita catastale da mille euro a Milano si pagheranno 420 euro mentre a Roma ne bastano 336. Ora qualche confronto con l'Imu. A Milano, chi ha un reddito inferiore a 21mila euro, non paga mai più di quanto ha versato con l'Imu, mentre chi ha redditi superiori e una casa con rendita tra 400 e 800 euro spenderà più per la Tasi che per l'Imu (per esempio, per una casa con rendita di 700 euro e reddito superiore ai 21mila, si pagheranno 294 euro contro i 270 precedenti; per una casa con rendita di 600 euro, si pagheranno 252 euro contro i precedenti 203). Invece a Roma, per case con una rendita fino a 400 euro, la Tasi risulta meno conveniente dell'Imu. Per esempio per una casa con rendita di 200 euro si pagheranno 67 euro contro gli zero dell'Imu; per una casa con rendita catastale di 300 euro si pagheranno 101 euro contro i 52 dell'Imu. I calcoli, come ovvio, non tengono conto delle eventuali detrazioni di 50 euro per ogni figlio a carico che, nel caso, devono ancora essere stabilite.

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