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Anche i banchieri contro Renzi:"Siamo penalizzati, serve cambiare rotta"

Nicoletta Orlandi Posti
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Dopo le toghe anche i banchieri si scagliano contro Matteo Renzi. L'Abi, attraverso il presidente, Antonio Patuelli, ha duramente criticato il Def del governo chiedendo un "forte ripensamento sul complesso di queste decisioni della sola Repubblica Italiana". "Il forte aumento della pressione fiscale deliberato ieri dal Consiglio dei ministri - tuona Patuelli- si assomma a quello deciso il 25 novembre scorso dal precedente Governo: i due provvedimenti hanno determinato l'aumento dell'anticipazione Ires 2013 al 130% per banche e assicurazioni, l'enorme addizionale dell'8,5% sull'Ires 2013 sempre di banche e assicurazioni, la rivalutazione delle quote di Banca d'Italia (ultimi in Europa!) con l'imposta del 12% disposta dalla legge di stabilità per tutte le rivalutazioni. Tale imposta è stata ieri aumentata al 26% per questa sola già avvenuta rivalutazione, anche con effetti retroattivi giuridicamente più che discutibili". Il quadro complessivo che ne emerge, puntualizza l'Abi, "è che l'Italia, pienamente inserita nell'Ue ed anche nell'Unione bancaria, penalizza fiscalmente le banche operanti in Italia rispetto a quanto avviene alle concorrenti degli altri paesi Ue, addirittura nell'anno degli esami a tutte le banche europee che cosi verranno svolti con ancor più disparità fiscali che penalizzano l'Italia che vede molte banche compiere contemporaneamente ogni sforzo per superare la crisi, anche rafforzando i propri capitali. Inoltre le banche italiane sono fortemente impegnate in riorganizzazioni, ristrutturazioni e processi di efficientamento". A rischio i prestiti - Dopo le misure annunciate dal governo il settore bancario, finanziario ed assicurativo si troverà a pagare 5,9 miliardi di tasse in più nel 2014. Lo sottolinea la Cgia di Mestre in una nota. «In attesa che anche le partite Iva possano beneficiare di una serie di misure che diano luogo ad una riduzione del carico fiscale - dice Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia - ci preme sottolineare che per l'anno in corso le banche e le assicurazioni subiranno un aumento della tassazione per un importo che sfiora i 6 miliardi di euro». «Con questo aggravio, che farà crescere del 0,2% la pressione fiscale - aggiunge - quanti istituti continueranno ad erogare il credito alle famiglie e alle piccole imprese?». Per il 2014, secondo la Cgia, il settore bancario, finanziario ed assicurativo si troverà a pagare 5,9 miliardi di tasse in più: 1,5 miliardi a seguito dell'aumento dell'addizionale Ires, che passa dal 27,5 al 36 per cento; 2,6 miliardi di euro per via delle nuove regole sulle svalutazioni dei crediti e 1,8 miliardi di euro alla luce della rivalutazione delle quote di banca d'Italia. «Seppur in misura non ancora sufficiente - conclude Bortolussi - si è invertita la tendenza. Per la prima volta le famiglie e le imprese si vedranno ridurre le tasse. Tuttavia, se il carico fiscale è destinato ad aumentare a dismisura sulle banche, è molto probabile che per le famiglie e le imprese le ricadute saranno negative».

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