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Giulio Tremonti: "Sono tornate le stesse condizioni della crisi del 2008"

Giovanni Ruggiero
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Recrimina di aver detto prima di tutti che la crisi degli ultimi anni sarebbe arrivata Giulio Tremonti e avverte che ne potrebbe arrivare una peggiore. I rialzi dello spread, oggi a 183 punti ma il 20 maggio a 190, sono un segnale per il senatore che deve interessare tutti i paesi periferici dell'Europa che con il differenziale Bund/Btp devono fare i conti. In un'intervista all'agenzia Vista l'ex ministro si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "Nel 2006 ho scritto sul Corriere della Sera che gli Stati Uniti e il resto del mondo avrebbero rischiato una crisi tipo quella del 1929". Le reazioni, ricorda Tremonti furono fredde: "Gli economisti mi dicevano che avevo sbagliato perché la crisi sarebbe venuta due anni dopo, nel 2008". Aria di tempesta - "Le condizioni di allora - aggiunge Tremonti - sono uguali a quelle di oggi. Con una paura in più, perché nel frattempo sono stati usati i soldi dei governi, tutti finiti per troppi debiti. E' stata stampata nuova moneta, ma non lo si può fare per tanto tempo. Hanno in mente di fare quello che in inglese si dice bail in, cioè di "zampare" i risparmi dei cittadini in banca. La soluzione peggiore del male - Penso che il rischio ci sia e l'unico modo è dividere l'attività bancaria. Se tu raccogli i risparmid ei cittadini e li impieghi per le imprese e per i cittadini è giusta la garanzia di Stato. Ma farlo per speculare e usare la garanzia di Stato, ma vi sembra una cosa giusta?

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