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Ceto medio, dagli Usa all'Australia: dove resiste e dove scompare

Lucia Esposito
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Sono una chiave di lettura diversa sull'Italia, i dati del Credit Suiss Wealth Databook 2013 pubblicati dal Sole 24. Dei numeri che raccontano di un'altra faccia del Paese. Si parte dal tramonto della classe media negli Stati Uniti e si scopre che quello che accade in America assume sfumature molte diverse in Europa, Nord America, Asia e Australia. Il giornale di Confindustria si sofferma sulla declino della classe media negli States e spiega come gui la " la terra di mezzo tra super ricchi e nuovi poveri scompare nel dislivello tra un valore medio dei patrimoni sopra i 301mila dollari e un valore mediano che rivela tutta la discesa della (ex?) classe media degli States: neppure 45mila dollari". Insomma qui c'è una forbice ampissima tra i ricchissimi e il ceto medio che si avvicina sempre più ai nuovi poveri. "Il reddito medio è scivolato di quasi 6mila dollari tra 1999 e 2012".  Se la passa decisamente meglio la classe media australiana: qui la mediana dei patrimoni è pari all'equivalente di circa 220mila euro. Al vertice dei Paesi più ricchi per patrimonio medio, però c'è la prevedibile Svizzera (512.500 dollari Usa), la Norvegia (380.4763), gli Stati Uniti (301.140) e la Svezia (299.441). Accanto a questa classifica c'è anche una sui "patrimonio mediani" che rispecchia la crescita delle classe medie internazionali.  "Qui l'Australia è addirittura prima, con una middle class rinfrescata da nuove generazioni ed "expat" che spinge il valore mediano fino a 219.505 dollari". Al secondo posto c'è la Francia e al terzo l'Italia spinta dal patrimonio immobiliare. Gli Usa sono al diciannovesimo. 

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