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Il piano dei tagli del duo Renzi-Padoan: un nuovo documento per trovare 17 miliardi

Nicoletta Orlandi Posti
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A fine settimana il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan rientrerà a Roma. Sulla sua scrivania i dossier da studiare per riscrivere il documento di economia e finanza di aprile alla luce della recessione insieme al disegno di legge di Stabilità per il 2015 che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 15 ottobre e notificato a Bruxelles per l'esame da parte della Commissione europea. Il problema più grande che dovrà affrontare è quello della spending review, ma anche il recupero dell'evasione fiscale e contributiva visto che i 17 miliardi di euro di tagli nel 2015 e i 32 nel 2016, indicati nello stesso Def, non sembrano conseguibili sulla sola base delle proposte del commissario Carlo Cottarelli, parte delle quali sono state già respinte da Renzi. Il governo, anticipa il Corsera, cercherà quindi di trovare anche altre fonti di finanziamento che servono per confermare il bonus da 80 euro per i lavoratori, il mini taglio dell'Irap per le imprese decisi per il 2014 e per tagliare ancora di più, come dice di voler fare Renzi, le tasse.  Stando a quanto dice il governo se non bastassero i tagli della spesa pubblica non ci saranno comunque nuove tasse: si punterà al recupero dell'evasione fiscale e contributiva, che sottrae 120 miliardi di euro ogni anno alle casse pubbliche. Massima fiducia per Orlandi - L'esecutivo, spiega il Corriere si attenda grandi risultati dal nuovo corso dell'Agenzia delle entrate ora diretta da Rossella Orlandi (l'azione di recupero si concentrerà sugli anni recenti e sui grandi evasori) e dalla riforma del fisco attraverso i decreti di attuazione della delega. Alcuni dei quali saranno dedicati alla lotta all'evasione. Tra gli strumenti previsti anche il «contrasto di interessi fra contribuenti». La stessa delega prevede che le maggiori entrate da lotta all'evasione vadano al «Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale». Grandi aspettative ci sono anche sul disegno di legge sulla voluntary disclosure per il rientro dei capitali nascosti all'estero (in discussione in Parlamento e che dovrebbe essere allargata anche ai patrimoni nascosti in Italia) e sull'accordo con la Svizzera (sempre sul rientro dei capitali), che dovrebbero concludersi entrambi entro l'anno. Considerando che si dovrebbero pagare tutte le imposte evase più modeste sanzioni (ma l'evasore sarebbe indotto a mettersi in regola perché la caduta del segreto bancario non gli offre più riparo) e che si stima che solo i capitali nascosti all'estero ammontino a 200 miliardi di euro, il gettito potrebbe essere consistente.

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