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Sblocca Italia, anteprima della bozza: sì agli sgravi fiscali per chi compra casa e la affitta

Giulio Bucchi
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Sconto fiscale per chi compra nuove abitazioni e le affitta. Secondo le prime indiscrezioni, nella bozza del decreto Sblocca-Italia che venerdì 28 agosto arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri sarebbe rientrato il "pacchetto-casa". Ha ripreso quota, dunque, l'idea di consentire una deduzione del 20% (magari ridotta al 15%) sul prezzo d'acquisto (con tetto a 200mila euro) a chi compra una nuova abitazione e l'affitta a canone concordato.  Immobili e cantieri - Un modo, nell'intenzione del governo, di movimentare il mercato immobiliare e al tempo stesso favorire chi non può permettersi l'acquisto di una casa. Intervento anche sul patrimonio immobiliare dello Stato e in particolare le caserme da dismettere: procedure più semplici e snelle per cambiare la destinazione d'uso e le varianti urbanistiche. Riguardo alle opere pubbliche, le Sovrintendenze avranno quattro mesi per decidere cosa fare in caso di ritrovamento di reperti archeologici, con 90 giorni di tempo per presentare un progetto per valorizzare lo stesso reperto all'interno dell'opera pubblica. Sarebbero stati trovati, inoltre, i fondi per cantieri: 4 miliardi di euro per 50 opere da ultimare, di cui 1,3 miliardi provenienti dal fondo revoche (soldi inizialmente destinati ad altre opere, poi giudicate non più strategiche) e 2,7 miliardi dal fondo europeo di coesione. Le imprese di costruzioni dovrebbero vedere risolta parte dei problemi di burocrazia che bloccano il settore, con un regolamento unico per tutti i Comuni, la super Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per tutti i settori e il limite a sei mesi o un anno dei poteri di autotutela della pubblica amministrazione. Saranno 2,3 i miliardi dedicati al contrasto del dissesto idro-geologico, risorse per metà provenienti da fondi europei. Nodo partecipate - Resta poi il grande nodo delle partecipate agli enti locali. Il piano è quello di incentivarne la quotazione in Borsa, con incassi utilizzabili dai Comuni al di fuori del patto di stabilità. Riguardo alla loro chiusura, per il momento si resta fermi al piano Cottarelli, con lo stop solo alle società non operative. Mentre in autunno lo Stato procederà alla nuova tranche di privatizzazioni cedendo quote significative di Eni ed Enel, il governo vuole iniziare il prima possibile l'opera di disboscamento delle partecipate che coinvolgerà anche alcuni di quei colossi. Attraverso una rete di incentivi, vendite e fusioni, per esempio, Cassa Depositi e Prestiti e la stessa Eni dovranno aggregare alcune loro utility. Sul piatto ci sono 2 miliardi di euro di risparmi.

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