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Bce, Mario Draghi taglia i tassi: interessi allo 0,05%. Spread Btp-Bund in calo

Giulio Bucchi
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La Bce taglia ancora il costo del denaro. E' quanto ha deciso il Consiglio riunito a Francoforte. Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali scende allo 0,05%, quello sui depositi overnight a -0,20% mentre quello per il rifinanziamento marginale resta allo 0,30 per cento. Secondo gli analisti, la decisione del governatore Mario Draghi è l'apripista al quantitative easing, l'acquisto massiccio da parte della Banca Centrale europea di debito dei vari Stati dell'Unione europea, mossa anti-crisi che però non va giù alla Germania. Il taglio del costo del denaro di 10 punti, con tasso di riferimento ai minimi storici, arriva a soli tre mesi dall'ultimo intervento. Era stato infatti nel Consiglio direttivo del giugno scorso che la Banca centrale europea era intervenuta con una riduzione di 10 punti portando il tasso dallo 0,25% allo 0,15%. Quello di oggi è il settimo taglio consecutivo, a partire dal settembre 2011, ma anche il sesto della presidenza Draghi. A gioire per ora sono i mercati e soprattutto la situazione dello spread: il differenziale tra Btp e Bund tedeschi viaggia a 141,5 punti base rispetto ai 150 punti visti in avvio di giornata.  Inflazione troppo bassa - "Ora è chiaro che abbiamo raggiunto il livello minimo", è l'ammissione in conferenza stampa di Draghi, secondo cui il taglio del costo del denaro deciso oggi "completa e rafforza" quella prese a giugno dall'Eurotower. Decisione resa peraltro obbligatoria dalla difficile congiuntura di questi mesi: nell'Eurozona l'inflazione resterà bassa per un "periodo prolungato di tempo": secondo le nuove stime sarà allo 0,6% nel 2014 e allo 0,9% nel 2015, livelli piuttosto lontani dall'obiettivo del 2%. Nel 2016, rassicura Francoforte, il tasso di inflazione si riporterà comunque all'1,4 per cento. Anche in base a questi numeri, la Bce sembra aver preparato il terreno al "bazooka" tanto atteso per superare la crisi: il quantitative easing. "Non escludiamo misure straordinarie - ha ribadito Draghi, avvertendo Berlino -. Ad ottobre iniziano gli acquisti Abs e i dettagli di questi programmi saranno annunciati dopo la riunione del Consiglio a Napoli". Verso il "bazooka" - Le nuove misure, assicura l'ex governatore di Bankitalia, avranno "un impatto significativo sui nostri bilanci". Da un lato abbassare il costo del denaro ai minimi possibili è l'ultima leva rimasta per alzare l'inflazione, dall'altro l'acquisto di Abs (titoli simili a normali obbligazioni) dovrebbe "favorire il credito" e "facilitare nuovi flussi di credito nell'economia". Se queste due armi non funzioneranno, non resterà che estrarre il bazooka. Che la Merkel lo voglia o meno.

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