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Visco: "L'Italia ha poco tempo"

Lucia Esposito
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Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco dà una scossa al governo. In un'intervista a Repubblica dice sostanzialmente che ha poco tempo e dopo la decisione del Goverantore Mario Draghi che ha appena tagliato i tassi, dice sostanzialmente che il nostro Paese ha bisogno di un piano per la crescita: "La Bce ha cambiato passo ora l'Italia ha "poco tempo" per trasmettere un "disegno organico" e fare chiarezza sulle riforme.  Se l'economia italiana tornasse a crescere, anche col debito così alto, "lo spread si abbasserebbe ulteriormente" e si ridurrebbe il rapporto debito-pil. Per il governatore, "cruciale è la capacità di crescere, che a sua volta dipende dalle riforme che si fanno. "La continua discesa del tasso d'inflazione ha convinto dei rischi anche coloro che in passato erano rimasti scettici, non solo all'interno della Bce ma anche tra gli analisti privati", aggiunge Visco. "In buona parte dipende dalla discesa dei prezzi dell'energia, è vero. Ma è divenuto evidente il rischio che le aspettative d'inflazione cedessero, in risposta soprattutto alla debolezza dell'economia reale. Le stime ricavabili dagli strumenti finanziari suggeriscono che l'inflazione risalirà su livelli vicini al 2% solo in un orizzonte di sette o otto anni".  Gli altri Paesi - Per Visco bisogna tenere conto che la debolezza della domanda non riguarda  solo i Paesi più coinvolti nella crisi, ma è diffusa. Colpisce la Francia, la Germania stessa mostra difficoltà. Le previsioni di inflazione per il 2014 pubblicate dalla Bce a dicembre scorso indicavano per l'area dell'euro un valore dell'1,1%. A giugno il dato era sceso a 0,7%. Ora le previsioni aggiornate dicono 0,6%, sempre per il 2014. Questa tendenza va contrastata. Tra i 28 dell'Unione europea, tolta Cipro, l'Italia è quella che va peggio. Abbiamo un grave ritardo, l'Italia ha fatto pochi investimenti". Per quanto riguarda il confronto con la Spagna: "Le stesse riforme possono avere un effetti diversi se attuate in un Paese in cui vi è la percezione che non saranno riviste e saranno attuate con rapidità rispetto a un Paese dove questa percezione non sia chiara o dove vi sia la percezione che esse possono restare inattuate o essere radicalmente mutate". 

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