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Crisi, Pier Carlo Padoan: "Peggio del '29". Sul tavolo l'idea del taglio ai salari nominali

Giulio Bucchi
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Ci sono tre vie per uscire dalla crisi e fa ritrovare competitività alle aziende: "tagliare i salari nominali", "abbattere le tasse sul lavoro" oppure "creare a suon di riforme un ambiente favorevole per investimenti ed espansione". In un colloquio con Il Foglio, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan traccia la linea del governo a meno di due settimane dal Def, la finanziaria per il 2015 che dovrà passare all'esame dell'Unione europea. Mercoledì sera l'allarme dello stesso Padoan aveva scosso analisti e commentatori: "Oggi è peggio della Grande crisi del 1929. O ci si muove con decisione oppure senza ripresa sarebbe a rischio la tenuta del tessuto sociale e produttivo, minacciata la ricchezza delle famiglie e compromesse le prospettive dei giovani". A Napoli assedio ai banchieri Bce: guarda la fotogallery   "Abbassare i salari" - Di fronte a uno scenario simile, il governo deve procedere necessariamente a "riforme strutturali", come il Jobs Act e l'abolizione dell'articolo 18. Vietato però pensare che le cose possano cambiare nell'immediato: "Se una riforma del mercato del lavoro avviene con un'economia in espansione, il guadagno in termini di posti di lavoro creati è più tangibile a breve termine". Situazione che non rispecchia quella attuale, con un mercato fermo più che mai. Visto che dall'Europa non arrivano risposte unitarie alla crisi, Palazzo Chigi proverà la frustata "autonoma". E qui si torna alla questione della ricetta per rilanciare le imprese. A Padoan non piace "la storiella tedesca" del taglio dei salari nominali. Per inciso, in Grecia la misura è stata adottata sui dipendenti pubblici proprio su pressione di Berlino e il risultato per le tasche dei lavoratori ellenici è stato, ovviamente, disastroso. Meglio puntare, assicura il ministro, sul taglio del cuneo fiscale in attesa delle riforme durature. Il dubbio però resta, visto che nelle ultime settimane il premier Matteo Renzi ha già dichiarato che al momento non ci sono sufficienti risorse per abbassare le tasse. E dunque... "Sì ai tagli alla sanità" - Facendo due più due, il ricorso a nuovi tagli resta comunque un caposaldo per trovare risorse. Si colpiranno tutti i settori, anche quelli "sensibili" come sanità e pensioni? "Ribalterei la domanda - spiega Padoan -: esistono settori nei quali è impossibile trovare margini di efficienza? La mia risposta è no. Margini di efficienza si possono trovare dappertutto, sanità inclusa". In prima istanza "il taglio non lineare è preferibile. Poi però, se nulla si muove, si interverrà così". Cioè, con la mannaia. E quando gli chiedono un commento sul sindaco di Elmas che ha destinato 12mila euro per incentivare i giovani ad andare a studiare all'estero, il ministro risponde secco: "Trovo sia un modo intelligente per stanziare i soldi. Almeno la metà dei giovani beneficiari torneranno indietro e contribuiranno alla crescita del Paese". Si può sempre "ribaltare" la lettura: almeno metà dei giovani italiani non tornerà più indietro, con soddisfazione dei fondi per la cassa integrazione.

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